Export ortofrutticolo ok, ma la logistica resta un problema

Cassoni con mele appena raccolte

Il nodo principale del settore ortofrutticolo italiano resta la logistica, con il nostro Paese che sconta anni di ritardo nella progettazione e programmazione delle interconnessioni con le grandi reti europee che collegano i nuovi mercati, in particolare lungo la rotta orientale. Non ha dubbi il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, nel commentare i positivi dati sull’export del settore presentati nel corso della recente 69ª assemblea dell’Associazione. Nel 2017 le esportazioni italiane di ortofrutta sono infatti salite al valore record di 4,9 miliardi di euro (+3% sull’anno precedente). Una performance che colloca l’ortofrutta al secondo posto, dopo il vino, nel ranking dei settori dell’agroalimentare made in Italy più esportati.
Nel trasporto marittimo – rileva Salvi – manca ancora un progetto organico che intercetti il transito dei prodotti provenienti dalle altre aree di produzione mondiali per fare dell’Italia una piattaforma “naturale” di distribuzione di prodotti ortofrutticoli.

Sono questi i temi – ha affermato il presidente di Fruitimprese – dai quali bisogna ripartire, cogliendo le opportunità offerte dal tavolo di coordinamento ortofrutticolo, istituito dal Ministero delle politiche agricole, e utilizzando al meglio le risorse dell’ocm, divenuta ormai uno strumento indispensabile per il mantenimento di un livello base di investimenti.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 16/2018 a pag. 13
Ortofrutta: innovare parola chiave per tutta la filiera
L’articolo completo è disponibile anche su Rivista Digitale e Banca Dati Online