Via libera del Consiglio UE alla riforma della Pac

C’è l’ok di massima dei ministri dell’agricoltura UE al compromesso sulla riforma della Politica agricola comune. Lo ha detto la ministra portoghese Maria do Céu Antunes, presidente di turno del Consiglio agricoltura (nella foto con il commissario Janusz Wojciechowski), dopo la riunione dei responsabili agricoli nazionali tenutasi a Lussemburgo.

«La conclusioni del processo di riforma era nell’agenda della nostra presidenza e ora siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo – ha detto do Céu Antunes – con un accordo provvisorio in Consiglio». La ministra ha ricordato che ora spetta alla presidenza slovena condurre il lavoro insieme alla Commissione europea sulla legislazione secondaria.

Il ministro Stefano Patuanelli ha sottolineato che siamo di fronte a una riforma completa della politica agricola comune, su cui è stato raggiunto un importante punto di incontro. I motivi di soddisfazione dell’architettura generale del pacchetto di compromesso sulla Pac sono superiori ai punti su cui si potevano trovare soluzioni migliori, soprattutto sul piano della semplificazione e della competitività dell’intero settore agricolo.

Ora spetta agli Stati membri e ai produttori agricoli trarre beneficio dalla nuova Pac. Il prossimo passo sarà quello di costruire i piani strategici nazionali che dovranno essere incentrati sulla semplicità: non incrementare la burocrazia rappresenta il valore aggiunto per l’Italia. La condizionalità sociale è sicuramente uno dei punti qualificanti della nuova Pac, insieme agli interventi previsti per la transizione ecologica del nostro sistema agroalimentare.

Importanti passi avanti sono stati raggiunti sugli aspetti climatico-ambientali con particolare riferimento al sostegno finanziario per strumenti di gestione del rischio che potranno utilizzare fino al 3% dei pagamenti diretti e dei fondi dello sviluppo rurale.

La nuova architettura verde, uno dei punti più discussi all’interno dell’intero pacchetto, sarà basata su condizioni ambientali che gli agricoltori devono rispettare e su misure volontarie supplementari nel quadro di entrambi i pilastri; un approccio basato sull’efficacia in base al quale gli Stati membri devono riferire annualmente in merito ai progressi compiuti.

Il compromesso prevede la definizione di agricoltore attivo obbligatoria, il pagamento redistributivo obbligatorio al 10%, salvo deroghe specifiche, lo schema per i piccoli agricoltori facoltativo e il livello di convergenza interna dei pagamenti diretti ad almeno l’85% del livello medio dei pagamenti diretti entro il 2026. Per gli aiuti accoppiati è stato mantenuto lo stesso livello del 13%+2% dei pagamenti diretti.

Il ministro ha espresso soddisfazione per il mantenimento del quadro di sostegno finanziario a favore delle nostre produzioni mediterranee quali il settore vitivinicolo, ortofrutticolo e dell’olio di oliva.