La Pac e «l’agricoltura avvelenata»

infestanti

Leggendo i commenti riguardanti i documenti sulla prossima Pac messi a punto dai ministri agricoli europei e dall’Europarlamento la scorsa settimana sorge spontanea una domanda: hanno visto tutti lo stesso film?

Da una parte, infatti, la politica europea parla di grandi risultati raggiunti per una Pac più «verde» e il mondo agricolo sembra moderatamente soddisfatto. Dall’altra le organizzazioni ambientaliste attaccano a testa bassa parlando di «ecotruffa» e di tradimento del Green Deal. Leggendo le proposte messe in campo sembra piuttosto difficile capire il furore degli ambientalisti.

«Abbiamo fatto passi in avanti inimmaginabili fino a qualche mese fa» ha affermato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione agricoltura del Parlamento europeo. Il Parlamento europeo, ha spiegato, vuole «dedicare almeno il 30% dei fondi del primo Pilastro della Pac agli eco-schemi. Vogliamo poi innalzare al 35% le spese per le misure agroambientali nel secondo pilastro, aggiungendo una soglia minima del 30% per gli investimenti sostenibili, in linea con gli obiettivi del Green Deal».

È tanto, è poco? Si può discutere, ma è fuori di dubbio che si sia imboccata una strada che porta a pratiche sempre più ecosostenibili. Ricordando comunque che gli agricoltori devono poter fare il loro lavoro garantendo cibo per tutti e reddito per le loro aziende.

E allora come si giustificano frasi come questa: «I deputati del Parlamento europeo e i ministri dell’agricoltura dei 27 Paesi UE stanno confermando una Pac che continuerà a sprecare i soldi dei contribuenti per sostenere un’agricoltura avvelenata, inquinante e industrializzata».

Questa farneticazione si legge in un comunicato di #CambiamoAgricoltura, la coalizione che raccoglie organizzazioni ambientaliste come Legambiente, Wwf e Lipu, e poi Aiab, Federbio, Associazione per l’agricoltura biodinamica, Slow Food e altre.

Agricoltura avvelenata. Così si permettono di definire il lavoro di milioni di bravi e corretti agricoltori in Italia e in Europa.

Stupisce, in particolare, che affermazioni del genere vengano sottoscritte dagli agricoltori biologici, portatori di una scelta rispettabilissima ma che forse dovrebbero smettere di accusare i loro colleghi, che fanno altrettanto bene il proprio mestiere, di crimini inesistenti.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 36/2020
Pac più verde o «ecotruffa»?
di A. Andrioli
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