Nonostante le rassicurazioni che provengono da esponenti politici di primo piano della Commissione europea, sarà difficile per il settore agricolo recuperare le risorse finanziarie tagliate con la proposta dello scorso 16 luglio.
Gli interventi per i quali il settore agricolo può contare su una disponibilità finanziaria, ma non con importi predefiniti, riguardano quelli attivati a seguito di crisi e disastri naturali e quelli programmati per contrastare le malattie degli animali e delle piante.
La flessibilità finanziaria
La Commissione europea ha riservato molta attenzione al tema della flessibilità e dell’adattabilità delle politiche europee per il prossimo settennio di programmazione, partendo dal presupposto della maggiore frequenza del verificarsi di eventi climatici estremi, tensioni geopolitiche e diffusione di epizoozie e malattie delle piante.
È stato così istituito uno specifico strumento (EU Facility) con una dotazione finanziaria di 63 miliardi di euro che, oltre a finanziare i programmi europei, come a esempio la promozione dei prodotti agricoli e il Life, mette a disposizione risorse finanziarie per affrontare eventi e fenomeni imprevisti.
All’interno dello strumento è inclusa anche una dotazione cuscinetto di 8,7 miliardi di euro (budget cushion) che la Commissione si riserva di utilizzare in caso di nuove sfide ed emergenze.
Gli interventi privi di risorse economiche
Il dilemma da risolvere è come recuperare la parte di risorse mancanti per finanziare i 7 interventi che non sono sotto l’ombrello dello stanziamento preassegnato per la Pac.
In particolare, è necessario trovare i fondi per l’approccio Leader, la formazione, l’innovazione e i servizi di consulenza, le iniziative di cooperazione locale e territoriale, il finanziamento per il regime della frutta e del latte nelle scuole.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 26/2025
Pac, 7 interventi senza copertura
di C. Di.
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