Nuova Pac e pomodoro: cosa si perde, cosa si guadagna

pomodoro industria

Il primo impatto che la nuova Pac genererà sulla filiera del pomodoro da industria è quello connesso all’applicazione del meccanismo di convergenza interna, cioè della modalità con la quale i valori unitari dei titoli verranno rimodulati nel tempo per favorire un loro progressivo avvicinamento al valore medio a ettaro nazionale.

Come è noto, i produttori storici di pomodoro da industria hanno beneficiato di titoli dal valore unitario sensibilmente più elevato rispetto al livello medio nazionale. Di conseguenza, ogni ulteriore passo verso la convergenza dei valori dei titoli verso un valore medio nazionale è destinato a comportare un taglio, più o meno sensibile, del valore unitario di tali titoli, e quindi del sostegno che, almeno i produttori storici di pomodoro da industria avevano.

A ridurre l’impatto negativo di questo strumento, tuttavia, c’è la scelta del Piano strategico nazionale (Psn) che esclude una completa convergenza interna alla fine di questo periodo di programmazione (2027), mentre prevede che i pagamenti medi a ettaro raggiungano, come minimo, l’85% del livello medio nazionale, a fine periodo.

In altri termini, i valori medi dei titoli continueranno a essere, per i produttori storici di pomodoro da industria, ancora sensibilmente superiori a quelli medi nazionali. Ma è altrettanto certo che tra il 2023 e il 2027 questi titoli vedranno scendere ancora il loro valore medio unitario, con una riduzione complessiva del sostegno ai produttori.

Restano gli aiuti accoppiati

Un secondo aspetto di interesse per la filiera è quello degli aiuti accoppiati. Il budget allocato a questa componente di aiuto accoppiato ammonta a circa 10,5 milioni di euro/anno e l’aiuto a ettaro è ipotizzato mediamente pari a circa 174 euro/ha, ma su un obiettivo di 60.205 ha. Ciò significa che molto probabilmente l’aiuto effettivo sarà inferiore, dato che le superfici sono state storicamente su livelli superiori; basti valutare le superfici investite negli ultimi 10 anni solo al Nord Italia.

Da questo punto di vista, nel complesso, la filiera può dirsi comunque soddisfatta. Ciò permetterà di rendere «meno amaro» il boccone della convergenza, che comunque si farà sentire.

Ecoschema 4: possibilità di accesso

Il Psn approvato a fine 2022 ha accolto una modifica della prima formulazione dell’ecoschema 4, consentendo così l’accesso anche ai produttori di pomodoro, tra gli altri. La misura prevede regole per la gestione delle rotazioni e degli avvicendamenti con adeguata gestione dei residui al fine di aumentare lo stock di carbonio nel terreno.

Al di là delle complessità che questa misura comporterà in termini di organizzazione delle rotazioni e degli avvicendamenti in azienda, è indubbio che la possibilità di accedere a queste ulteriori risorse, con un pagamento medio previsto pari a 110 euro/ha, comporta un deciso miglioramento rispetto alla prima versione del Psn ed evita il rischio di un ulteriore taglio di pagamenti Pac.

Nuova Pac: «si è parato il colpo»

Si può affermare, in conclusione, che a fronte di una inevitabile evoluzione della Pac che porterà a una riduzione ulteriore del sostegno assicurato ai produttori storici di pomodoro da industria, l’azione dell’Oi del pomodoro da industria del Nord Italia, svolta in coordinamento con l’Oi del Centro-Sud e con gli altri portatori di interessi della filiera, ha consentito di «parare il colpo» della nuova Pac.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 6/2023
Nuova Pac e pomodoro: la sfida della sostenibilità economica
di G. Canali
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