Nella Pac il 25% degli aiuti diretti per l’ambiente

Concludere un accordo sulla Pac entro maggio. Dopo il Consiglio agricoltura di lunedì 26 aprile, la ministra portoghese e presidente di turno Maria Céu do Antunes «è fiduciosa» sulla possibilità di raggiungere un compromesso finale.

Lo scoglio principale alla conclusione della trattativa è rappresentato dalla «architettura verde» della nuova Pac, che potrebbe però essere superato dalla soluzione di compromesso presentata.
Antunes proporrà ai negoziatori dell’Europarlamento una «riserva verde» per la dotazione nazionale degli aiuti diretti Pac del 22% nel 2023 e 2024, e di almeno il 25% dal 2025 in poi.

Questo «mantenendo tutte le flessibilità», come i due anni di transizione senza rischi di perdere fondi. Il mandato originario del Consiglio si fermava al 20% mentre l’Europarlamento chiedeva il 30%.

Altro passo verso il compromesso è quello per cui il 60% degli importi per le aree soggette a vincoli naturali dovrebbe essere contabilizzato ai fini del rispetto della soglia del 30% del fondo per lo sviluppo rurale dedicata agli obiettivi ambientali e climatici.

Il Consiglio accetterebbe l’emendamento dell’Europarlamento che rende il biologico conforme per definizione alla misura 8, e il fatto che le aree non produttive siano a livello aziendale e solo per le terre arabili (non totale della superficie agricola). La quota minima sarebbe il 4% a livello di azienda.

Se lo Stato membro decide di includere anche colture intercalari o colture azotofissatrici, coltivate senza l’uso di prodotti fitosanitari e fertilizzanti, la quota minima di seminativi a livello aziendale dedicata a tali usi del suolo è del 5%, con il 3% che devono essere terreni a riposo o elementi non produttivi.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 16/2021
La Pac accelera e punta a chiudere a maggio
di A. Di Mambro
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