I ministri alla Commissione: al Green Deal serve una valutazione d’impatto

«Obiettivi ambiziosi implicano una attenta valutazione di impatto». I target della strategia Farm to Fork (riduzione di fitofarmaci, fertilizzanti, antibiotici in allevamento, aumento superfici bio e corridoi verdi) appartengono alla prima categoria. Integrarli nei piani nazionali Pac vuol dire attenersi alla seconda condizione.

È questo il messaggio che i ministri di nove Paesi hanno indirizzato alla Commissione europea nella riunione tenuta a Bruxelles il 22 e 23 marzo. Francia, Germania e Spagna, insieme ai ministri di altri sei Stati membri, hanno invitato la Commissione a presentare valutazioni d’impatto complete sul Green Deal nei confronti del settore agroalimentare.

Il ministro francese Julien Denormandie ha sottolineato, non senza polemica, di aver visto l’unica valutazione di impatto del Green Deal compilata dal Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti. Sulla stessa linea Luis Planas (Spagna) e Elisabeth Koestinger (Austria).

Insomma, siamo alla resa dei conti.

In conferenza stampa il ministro Stefano Patuanelli, presente a Bruxelles per il Consiglio agricolo, ha detto che «il fatto che le raccomandazioni non abbiano un carattere giuridico vincolante è un’ovvietà. Questo non significa che gli obiettivi della Farm to Fork non vengano ripresi e integrati nei piani Pac, ma oggettivamente l’impatto va valutato. L’altra cosa importante è che i sistemi produttivi, sia quelli industriali che seguivo al Mise sia quelli agricoli che seguo oggi, hanno bisogno di tempo per la transizione. La transizione va fatta, vanno imposti alcuni obiettivi ma precedentemente va fatta una valutazione di impatto».