Vantaggi e attenzioni di impiego degli agenti di biocontrollo in vigneto

grappoli di uva

L’utilizzo degli agenti di biocontrollo (BCA) nelle strategie di difesa della vite presenta diversi vantaggi per l’agricoltore. Prima di tutto questi preparati presentano un migliore profilo tossicologico rispetto agli agrofarmaci di normale impiego agricolo. Inoltre presentano una maggiore sicurezza ambientale che interessa sia gli addetti alla produzione, sia gli operatori agricoli ma anche la popolazione e i consumatori.

Dal punto di vista tecnico l’inserimento dei BCA nelle strategie di difesa permette una riduzione dei residui sulle derrate, obiettivo molto importante e in linea con le strategie europee per la sicurezza alimentare. Infine va considerato che questi formulati hanno tempi di carenza e/o di rientro inferiori ai normali prodotti chimici per cui permettono una difesa fitosanitaria efficace anche in prossimità della raccolta.

Non ultimo, il largo impiego di alcuni agrofarmaci ha provocato nel tempo la comparsa in alcune aree viticole di ceppi patogeni resistenti al loro meccanismo di azione. In questi casi l’utilizzo dei BCA permette di mettere in atto delle efficaci strategie antiresistenza alternandoli con i prodotti aventi diverso meccanismo di azione.

Per contro esistono anche alcune criticità che devono essere tenute in debito conto per garantire il migliore risultato di questi prodotti.
In primo luogo i BCA, proprio per le loro caratteristiche, sono formulati complessivamente più difficili da applicare. Ogni preparato ha delle sue caratteristiche peculiari che vanno conosciute in modo tale da poter ottenere i migliori risultati.

Inoltre, per esplicare al meglio la loro attività, necessitano di una maggiore conoscenza biologica ed epidemiologica delle malattie che si vuole contrastare da parte dei tecnici e degli agricoltori. I BCA, infatti, se impiegati nella fase epidemica sbagliata della malattia, possono non avere alcuna efficacia. Inoltre, anche se applicati nella fase e nel momento migliore, spesso la loro efficacia non è paragonabile a quella ottenuta con trattamenti eseguiti con i formulati tradizionali, sia in termini assoluti, sia in termini di prontezza di azione.

Infine va considerato che non sempre esiste una piena compatibilità con i prodotti chimici e questo è un fattore che va valutato attentamente nella definizione di una strategia di difesa.

Queste differenze impongono che, nel prossimo futuro, molto probabilmente dovremo abituarci a un’altra concezione della difesa cercando di passare dalla semplice utilizzazione di un agente di biocontrollo in luogo di un agrofarmaco tradizionale, con effetto generalmente parziale, a una strategia globale che combini le diverse tecniche per portare a una protezione sicura ed efficace delle colture, competitiva con le soluzioni attualmente impiegate.

I BCA possono affiancare i prodotti tradizionali completandone l’attività, magari applicandoli quando non vi sia una pressione epidemica particolarmente elevata, ma tale da permettere di alternarsi con i mezzi chimici.

Quindi, la loro efficacia va valutata nell’ambito di una strategia di difesa globale e non unicamente per le loro performance di efficacia fine a sé stessa, tenendo in considerazione anche il beneficio in termini di immagine e di ecosostenibilità che l’impiego di questi prodotti può apportare.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 11/2017
Agenti di biocontrollo contro le malattie della vite
di R. Bugiani
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale