Prospettive complesse per la difesa del pomodoro

peronospora su pomodoro

Recentemente la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è espressa sul ritiro della proposta di regolamento sugli agrofarmaci. La plenaria di Strasburgo aveva già respinto la proposta di riforma della regolamentazione sugli agrofarmaci avanzata della Commissione europea lo scorso 22 novembre. La proposta, di difficile applicazione, non ha saputo coniugare le istanze ambientaliste con le esigenze produttive del mondo agricolo. Oggi il punto è cosa aspettarsi.

La prospettiva di rivedere il Green Deal è vissuta con sollievo ma le norme per il controllo (immissione in commercio e revoca) dei prodotti fitosanitari nell’Unione europea fanno riferimento al regolamento n. 1107/2009.

A ben vedere l’Italia è stimata non lontana già oggi dalla riduzione del 50% nell’uso di agrofarmaci, attestandosi tra il 30 e il 40% rispetto alla media di riferimento del 2011-2013. C’è da chiedersi però se questo obiettivo sia stato raggiunto a furia di revoche o da investimenti mirati per la crescita di un processo virtuoso all’interno delle aziende.

Si è cercato di capire a che punto siamo nella difesa del pomodoro da industria nel convegno «L’impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari: situazione e prospettive» nell’ambito delle giornate professionali sul sistema del pomodoro da industria di Tomato World tenutosi a Piacenza il 16 febbraio 2024.

Un semplice ma efficace approccio è stato quello di valutare la trasformazione nella difesa attraverso l’analisi dell’evoluzione negli ultimi 10 anni dei Disciplinari di produzione Integrata per il pomodoro da industria in Emilia-Romagna. A una stima approssimata e rivolgendo l’attenzione soprattutto alle sostanze attive (s.a.) di sintesi o comunque di elevata efficacia, di seguito la panoramica attuale per il pomodoro da industria rispetto alle maggiori avversità.

Sostanze attive: i cambiamenti nell’ultimo decennio

Peronospora

Contro peronospora sono 8 quelle escluse per revoca (compreso un ditiocarbammato che verrà eliminato a novembre 2024) o che hanno perso la coltura in etichetta e solo 3 quelle inserite, alcune più innovative, un’altra dal profilo più datato.

Anche se peronospora rimane una delle avversità con più soluzioni in portafoglio, nei prossimi anni sono a rischio alcune molecole di peso. Per la cronaca 2 hanno termine di approvazione nel 2024 e 5 nel 2025 (EU Pesticide database). I meccanismi di azione persi sono 2 (FRAC-MoA) e altrettanti quelli recuperati.

Elateridi

Il contenimento del problema degli elateridi, molto dannosi in alcuni contesti anche per la foratura delle ali gocciolanti, ha visto uscire 3 sostanze attive tra cui 2 piretroidi e il noto neonicotinoide che permetteva una buona protezione con il bagno radicale delle piantine.

Negativo il bilancio sul piano delle resistenze, 2 meccanismi di azione persi e nessuno nuovo introdotto (IRAC-MoA).

Nottua gialla e ragnetto

Nottua gialla è divenuto fitofago chiave nel corso degli ultimi anni. Sono 3 le sostanze attive escluse e 1 quella inserita. Un meccanismo di azione perso e molte le sostanze attive in scadenza nei prossimi 3 anni: 5 nel 2024, 1 nel 2025 e 3 nel 2026.

Contro il ragnetto del pomodoro, problema in crescita in molti areali, sono 5 le sostanze attive che sono uscite e usciranno nel corso del 2024 perdendo 3 meccanismi di azione. Solo 1 sostanza attiva nuova inserita recuperando 1 meccanismo di azione. Poche le molecole rimaste con criticità nella gestione delle resistenze. Tutte le molecole in uso sono in scadenza tra il 2024 e il 2026.

Diserbo

Sfida impegnativa per il diserbo nel corso dei prossimi anni. Il 2024 vedrà il termine di utilizzo per altre 2 sostanze attive che si aggiungono al polifenilossadiazolone escluso nel 2020 e punto di riferimento per il controllo di erba morella.

Solo 1 la sostanza attiva di nuovo inserimento ma di scarso utilizzo per limiti applicativi ed economici. Particolarmente pesante il panorama a breve che vede la scadenza di 1 sostanza attiva nel 2024, 2 nel 2025 e 1 nel 2026.

Difesa in bio

Non ci sono modifiche di grande rilievo per le sostanze attive ammesse in agricoltura biologica, da diversi anni possono essere utilizzate vantaggiosamente in produzione integrata anche per mitigare i problemi nella gestione delle resistenze. Di fatto tali sostanze sono state via via meglio esplicitate all’interno delle schede di coltura. Alcune problematiche emergenti o in crescita rimangono critiche (es. Cipero, Orobanche).

Forte riduzione delle soluzioni

Tirando le somme è evidente come ci sia stata una forte riduzione delle soluzioni disponibili. Per il futuro non sembra sufficiente il ritiro del Green Deal. Agli addetti ai lavori è chiaro che il processo registrativo è collegato al regolamento 1107/2009 e dovrebbe essere almeno rallentato, per garantire strumenti quanto meno sufficienti per contrastare le avversità e salvaguardare la produzione agricola e alimentare.

Non si disconosce il percorso fatto fino a oggi, così come gli sforzi e i progressi, anche se non mancano già alcune importanti criticità nella difesa e nel diserbo, ma è sempre più chiaro che siamo vicini a un «punto di non ritorno» e rimangono una manciata di molecole che dovrebbero essere salvaguardate e gestite correttamente.

I fenomeni di resistenza, sempre più diffusi, sono il campanello di allarme della riduzione delle soluzioni e dei meccanismi di azione disponibili.

Come noto, molte molecole «alternative » a quelle di sintesi hanno spesso efficacia limitata e/o sono fortemente soggette a situazioni contingenti (fotolabili, termolabili, ecc.). Inoltre, l’utilizzo di tali sostanze richiede strategie cui l’azienda media spesso non è ancora preparata.

 

Articolo di R. Colla pubblicato su L’Informatore Agrario n. 9/2024