Mais, impatto del cambiamento climatico sulla flora infestante

mais

Nel corso di quest’ultimo ventennio, da quando è stato anticipato il periodo delle semine, la flora infestante ha subìto una sensibile trasformazione, accentuata in questi ultimi anni per il più spiccato cambiamento climatico.

Sono aumentate, in particolare dove non vengono ben gestiti i letti di semina, le malerbe a ciclo autunno-primaverile che normalmente si ritrovano nei cereali a paglia. Tra queste Stellaria media, Veronica spp., Fumaria officinalis, Papaver rhoeas, Anagallis arvensis, Ammi majus, composite (cardi selvatici, Lactuca serriola, Sonchus spp., ecc.), crucifere (Sinapis arvensis, Myagrum perfoliatum, ecc.) e poligonacee (Polygonum aviculare, Fallopia convolvulus, ecc.) tra le dicotiledoni. Tra le graminacee si riscontra invece Lolium multiflorum, Alopecurus myosuroides, Poa spp. e Avena sterilis.

Successivamente compaiono scalarmente Abutilon theophrasti e le chenopodiacee Atriplex spp. e Chenopodium album, C. opulifolium, C. ficifolium e C. polyspermum, nonché le specie più prettamente macroterme, come le amarantacee (Amaranthus retroflexus, A. hibrydus, A. tubercolatus e A. palmeri), Solanum nigrum e le numerose ruderali di sostituzione, come Xanthium strumarium, Bidens spp., Acalypha virginica, Datura stramonium, Galinsoga ciliata (maggiormente presenti in Lombardia, ma anche in Veneto e Friuli), ecc.

Nei terreni più sciolti e nelle golene del fiume Po si ritrova talvolta abbondante Sicyos angulatus, nonché Portulaca oleracea e Cyperus esculentus. Queste ultime, come del resto le graminacee macroterme (Echinochloa crus-galli, Digitaria sanguinalis, Setaria spp., Panicum spp., nonché nato da seme e da rizoma), prevalgono nelle semine intercalari e in tutte le aree caratterizzate da terreni sciolti, ben irrigati o con falda superficiale. Altre perennanti a foglia larga diffuse nel mais a coltivazione principale, ma anche intercalare, sono Rumex spp., Convolvulus arvensis, Cirsium arvense, Humulus lupulus (nei bordi dei campi), Equisetum spp.

Nelle coltivazioni di mais, come in molte altre coltivazioni erbacee estensive, stanno progressivamente aumentando le problematiche delle popolazioni resistenti. Quelle accertate nei confronti degli ALS-inibitori sono le amarantacee (Amaranthus hybridus, A. retroflexus, A. tubercolatus, A. palmeri), in particolare nell’areale coltivato a soia di Friuli, Veneto e parte dell’Emilia-Romagna.

Si segnalano inoltre popolazioni di Polygonum persicaria e P. lapathifolium meno sensibili e resistenti agli ALS-inibitori. Le graminacee Digitaria sanguinalis ed Echinochloa crus-galli si ritrovano con maggior frequenza nei terreni torbosi dell’ampia area deltizia del fiume Po, ma anche in alcune aree del Piemonte. Sorghum halepense su mais al momento è sempre più diffusa a causa di un crescente grado di difficoltà di eliminazione, acquisito probabilmente da una minore sensibilità nei confronti degli erbicidi ALS-inibitori disponibili unicamente in post-emergenza per il contenimento delle forme perennanti (a differenza dei residuali antigerminello che possono agire nei confronti delle plantule nate da seme).

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 4/2023
Strategie integrate per diserbare il mais preventivamente
di M. Fabbri, G. Campagna
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario