Cucurbitacee, come difendersi da aleurodidi e tripidi

zucchino

Le cucurbitacee sono interessate  da diversi parassiti fitofagi in grado di arrecare sia danni diretti con la sottrazione di sostanze nutritive, sia indiretti, essendo molti di essi agenti responsabili della trasmissione di virus.

Aleurodidi

Entrambe le specie di aleurodidi (Trialeurodes vaporariorum, Bemisia tabaci), note più comunemente come mosche bianche per il tipico aspetto degli adulti le cui ali sono ricoperte da uno strato pruinoso biancastro, possono arrecare seri danni su melone e zucchino, specie negli ambienti meridionali.

Sono riconoscibili dalle posizioni che le ali assumono in condizioni di riposo. Infatti, mentre T. vaporariorum adagia le ali sul lato dorsale dell’addome, B. tabaci le dispone ai lati. Entrambe compiono svariate generazioni l’anno, con cicli che vanno da 20 giorni con temperature di circa 30 °C a oltre 2 mesi con temperature inferiori ai 15 °C e possono svernare nelle serre in qualsiasi stadio, su piante spontanee presenti, mentre in pieno campo come pupari su piante sia erbacee sia spontanee.

Danni

Il danno è causato sia dagli adulti sia dagli stadi giovanili e consistono in sottrazione di sostanze nutritive, emissione di abbondante melata e inibizione della fotosintesi con conseguente ridotto sviluppo della pianta e trasmissione del virus del giallume della bietola.

Difesa

La difesa può essere condotta con mezzi chimici e biologici. Per poter posizionare tempestivamente gli interventi è utile installare trappole cromotropiche gialle tenendo, comunque, presente che eventuali trattamenti effettuati nei confronti degli afidi sono efficaci anche nei loro confronti.

Riguardo alla possibilità di lotta biologica, va specificato che la tomentosità della superficie fogliare delle cucurbitacee, dovuta alla presenza di peli, può limitare la deambulazione delle femmine degli ausiliari.

L’afelinide Encarsia formosa può validamente essere introdotto nei confronti di T. vaporariorum in 4-6 soluzioni a cadenza settimanale per un totale di 12-20 pupari/m2, tenendo conto che a temperature inferiori a 18 °C gli adulti volano con difficoltà e al di sopra dei 30 °C, vivono solo qualche giorno.

Per il controllo di B. tabaci può essere utilizzato Eretmocerus mundus, specifico contro questa specie in ragione di 1-2 pupari/m2 per almeno 4-6 settimane. Risultati interessanti sono stati ottenuti anche con l’utilizzo di Beauveria bassiana.

Tripidi

I tripidi (Frankliniella occidentalis, Thrips tabaci) causano danno soprattutto su melone e cetriolo mentre lo zucchino e il cocomero tollerano meglio le infestazioni di questi fitomizi. Nelle serre si rinvengono in tutti i periodi dell’anno e svernano come pupe, interrate a pochi centimetri di profondità del terreno.

Lo sviluppo embrionale è di alcuni giorni con temperature di 25-26 °C e di un paio di settimane al di sotto dei 15 °C. In genere si aggregano numerosi all’interno dei fiori, ma su cetriolo è molto frequente riscontrarli anche sulle foglie dei palchi mediani. I picchi di volo si osservano a metà mattina e nel pomeriggio, non sono noti voli notturni.

Danni

Il danno è dovuto all’azione delle neanidi e degli adulti che, praticando punture di alimentazione, svuotano le cellule dell’ospite determinando la comparsa di aree depigmentate, i fiori presentano distorsioni dei margini dei petali e influenzano negativamente l’allegagione.

Si può rilevarne la presenza con l’ausilio di trappole cromotropiche azzurre, posizionandone 1 ogni 50 m2 di coltura.

Difesa

In serra è possibile effettuare con successo la difesa biologica impiegando l’antocoride Orius laevigatus in 3-4 applicazioni in ragione di 1-2 predatori/ m2.

In presenza di elevate popolazioni può essere utile l’utilizzo di Beauveria bassiana o agrofarmaci di sintesi e introdurre il predatore nelle serre dopo 3-4 settimane. Purtroppo nei mesi invernali questo tipo di difesa non è possibile in quanto l’antocoride subisce un arresto.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 16/2013
Strategia di difesa integrata delle cucurbitacee
di D. D’Ascenzo, D. Di Silvestro
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