WamGroup, un’azienda proiettata nel futuro

Esistono uomini visionari, geniali, animati da una lungimiranza e da uno spirito imprenditoriale che l’incedere del tempo e degli anni non affievolisce. Anzi.
Esistono uomini come Vainer Marchesini, fondatore nel 1968 di quella che oggi si chiama WamGroup, azienda situata a Pieve Motta di Cavezzo (Modena), specializzata nella realizzazione di macchine e componenti per la movimentazione e la lavorazione di materiali solidi, la filtrazione delle polveri, il trattamento delle acque reflue e la generazione di energia rinnovabile.
Un’azienda nata in un angusto garage della provincia modenese che oggi conta 7 stabilimenti dislocati sul territorio nazionale, 60 società di trading sparse nel mondo e un totale di oltre 2.000 dipendenti.
Nei giorni scorsi, per festeggiare il 50° anniversario dalla nascita, è stato inaugurato il nuovo Polo tecnologico dell’azienda, una realizzazione innovativa e avveniristica che il presidente Vainer Marchesini ha illustrato con l’orgoglio tipico e inconfondibile del più autentico self made man.
«Lo spirito imprenditoriale che ci ha accompagnato in tutti questi anni – ha scandito davanti alla palazzina che di lì a poco sarebbe stata protagonista del taglio del nastro – ci ha permesso di fare investimenti a lungo termine puntando prima di tutto sull’innovazione, anche commerciale, e sulla formazione del personale dipendente, un percorso caratterizzato dal conseguimento di ben 202 brevetti. La crisi finanziaria prima e i danni derivanti dal terremoto del 2012 poi, ci hanno messo a dura prova, ma le energie che in questi ultimi anni abbiamo dedicato alla ricostruzione e i risultati che stiamo già vedendo ci dicono che la crescita è una realtà e che tutto questo, ci tengo a sottolinearlo, non sarebbe stato possibile se l’azienda non avesse poggiato le sue basi sulla conduzione familiare, un requisito che tale resterà a vantaggio dei successi che le condizioni attuali, ne sono certo, garantiranno per altri 50 anni».

L’economia circolare nell’azienda zootecnica

A dimostrazione di una lungimiranza imprenditoriale attenta ai grandi cambiamenti globali, primo fra tutti quello climatico-ambientale che impone un approccio diverso e più responsabile sul come gestire le risorse naturali, Marchesini è oggi l’artefice di un progetto che tra un anno e mezzo vedrà funzionare a pieno regime un modello di economia circolare per l’azienda agrozootecnica.
«Il nostro obiettivo è quello di trasformare l’idea in una nuova realtà imprenditoriale – ha dichiarato il presidente della WamGroup – per dimostrare che è possibile fare agricoltura senza impattare sull’ambiente. Un’azienda agrozootecnica in cui la produzione WamGroup rappresenterà una delle componenti principali, una sorta di catalogo vivente dei nostri prodotti».
Responsabile di questo ambizioso progetto sarà Alessandro Ragazzoni, docente presso la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che lo ha illustrato per delinearne meglio la finalità.
«Il mio compito – ha spiegato – sarà quello di trasferire le idee di Vainer Marchesini per dare concretezza al concetto di smart farm basato su due elementi fondamentali: zero rifiuti e energia rinnovabile. Oggi l’agricoltura sostenibile non può prescindere dalla cosiddetta “attività circolare” che si esplica attraverso 4 obiettivi: la riduzione dell’azoto utilizzato in fertilizzazione, delle relative emissioni, delle acque irrigue e la produzione di energia rinnovabile».
L’azienda sorgerà nel comune di San Felice sul Panaro, nel Modenese, ospiterà 100 vacche da latte e disporrà di 100 ettari di terreno su cui verranno coltivati a rotazione mais, loietto e orzo da destinare all’alimentazione del bestiame. Il 90% del latte prodotto sarà trasformato in Parmigiano-Reggiano, mentre la minima quota rimanente verrà utilizzata per produrre formaggi locali.
«L’impiantistica dell’allevamento osserverà tutti i dettami previsti dal benessere animale sia per quanto riguarda la ventilazione, l’ombreggiatura e il raffrescamento degli animali – ha spiegato Ragazzoni – parametri fondamentali per migliorare la produttività delle bovine, tant’è vero che gli studi più recenti hanno dimostrato che in queste condizioni ottimali la vacca produce il 25% di latte in più. Analogamente, il processo di fertilizzazione dei terreni prevede il sistema di fertirrigazione, in assoluto il migliore sia per quanto riguarda la distribuzione del concimesia l’utilizzo razionale dell’acqua».
Il progetto godrà del finanziamento del Ministero per lo sviluppo economico relativamente all’innovazione dei macchinari utilizzati, tutti firmati WamGroup.
«Un test – ha rimarcato Marchesini – per vendere la nostra produzione alle aziende agrozootecniche del futuro».

Per ulteriori informazioni: wamgroup.it

 

Articolo di A. Mossini pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2018