Sperimentazione BASF: campi in filiera per il grano di domani

BASF logoOgni varietà di frumento possiede un potenziale genetico (produttivo e qualitativo) che in certe condizioni non viene sfruttato totalmente. L’influenza di suolo, di clima e le differenti strategie degli agricoltori verso la difesa e la nutrizione possono infatti limitare le rese in granella e le caratteristiche merceologiche dei frumenti.

Molto spesso in campo si tende, inoltre, a salvaguardare la produzione tralasciando la qualità dei raccolti: «Un atteggiamento comprensibile ma che deve essere superato – dice Gianluca Tabanelli, Country Sales Manager Professional & Specialty Solutions presso BASF – soprattutto alla luce del crescente interesse dei grandi gruppi agroalimentari italiani nell’approvvigionamento di materia prima per pane, pasta e prodotti da forno di origine nazionale. Proprio per trasferire agli agricoltori l’importanza dell’innovazione agronomica nella difesa e nella nutrizione dei cereali abbiamo organizzato l’iniziativa “Campi in Filiera” – continua Tabanelli – un progetto mirato a dimostrare come, attraverso l’utilizzo di percorsi agronomici innovativi, sia possibile aumentare la produzione assicurando livelli di qualità massimi, a partire dal trattamento al seme fino alla difesa fungicida».

Al progetto di BASF collaborano 10 aziende sementiere che hanno messo in campo oltre 30 delle migliori varietà di alto interesse industriale per le filiere di frumento tenero (panificabili, panificabili superiori, di forza e biscottiere).

L’esperienza in campo alla Valletta

Forte di questa sinergia, nel 2021 il progetto «Campi in Filiera» ha realizzato, presso l’Azienda Agricola Valletta di Medicina (Bologna) e altri campi prova gestiti direttamente delle ditte sementiere partner nel Nord Italia, una sperimentazioni mirata a valutare la sostenibilità economica del programma di difesa fungicida a partire dalla concia seme con Systiva (fluxapyroxad) fino ai trattamenti fogliari con Revycare (Revysol) e Comet Pro Pack: «Questa esperienza, tuttora in corso, ha già restituito dei dati sia produttivi sia qualitativi che evidenziano come, rispetto al miglior competitor di mercato, Systiva esalti le performance delle varietà di frumento tenero in tutti gli areali, anche in assenza di rilevanti malattie fungine, permettendo un aumento degli utili» aggiunge Tabanelli.

BASF Valletta 2021
Alcuni momenti della recente giornata in campo organizzata da BASF all’azienda Valletta a Medicina (Bologna)

Con «Campi in Filiera» BASF ha, inoltre, approfondito il ruolo di Vizura (DMPP) nella mitigazione dell’impatto ambientale generato delle matrici organiche azotate liquide (biodigestato e liquame), tema di estremo interesse generale: «Efficientare l’utilizzo dell’azoto nel frumento è una pratica complicata, ma provare a renderlo più disponibile per le piante significa evitare che venga disperso nelle falde e nell’atmosfera. In questa esperienza con il biodigestato inibito con Vizura (DMPP) stiamo cercando di dimostrare come sia possibile mantenere l’azoto disponibile per le colture anche dopo molte settimane dalla sua distribuzione in campo, migliorando la qualità biologica del suolo e riducendo l’impatto ambientale della lisciviazione e volatilizzazione. Sempre con lo stesso intento, ma per la nutrizione minerale, sono stati testati in collaborazione con il partner tecnico-commerciale Belor Toscana, anche Airtek (N Ureico e Ammoniacale con l’innovativo inibitore dell’ureasi Limus) e Racetek (N ureico e ammoniacale con inibitore della nitrificazione Vibelsol)».

Le sperimentazioni nei campi del progetto continuano e alcune delle parcelle sono state visitate recentemente dai rappresentanti di diverse industrie agroalimentari italiane. «Ai trasformatori – aggiunge Tabanelli – interessa la standardizzazione nella qualità merceologica della granella per approvvigionarsi di frumenti e orzi nazionali, abbinata alla garanzia di processi produttivi a basso impatto ambientale. Il nostro obiettivo è rispondere a queste esigenze dimostrando agli agricoltori come, a fronte di un investimento minimo in tecnologia, sia possibile ottimizzare le performance quali-quantitative delle varietà permettendo di sfruttarne appieno il potenziale genetico e ottenere ritorni sul bilancio economico della coltura»