Numeri in crescita per il Condifesa Lombardia Nord Est

“La grave siccità degli ultimi mesi, unita alle violente grandinate fuori stagione dei giorni scorsi, indicano che i cambiamenti climatici fanno ormai parte del nostro quotidiano: mai come in questo momento diventa determinante prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di una copertura assicurativa per tutelare i raccolti agricoli”.
Questo il messaggio lanciato dal presidente Giacomo Lussignoli ai soci riuniti in assemblea generale all’agriturismo Cascina Carretto di Erbusco, in Franciacorta, per l’approvazione del bilancio 2022 e l’analisi della campagna assicurativa 2023.

Da sinistra, Giacomo Lussignoli e Andrea Berti

Al suo fianco per la prima volta il nuovo direttore Andrea Berti, anche direttore dell’associazione nazionale dei Consorzi di Difesa, Asnacodi, entrato in servizio a Brescia in sostituzione di Fernando Galvan, figura storica del Consorzio di via Malta, che ha lasciato l’incarico dopo vent’anni pur rimanendo attivo come consulente esterno.
“E’ un avvicendamento deciso nel quadro delle sinergie con la nostra associazione nazionale per garantire una piena continuità alla direzione di un organismo in continuo sviluppo – ha precisato Lussignoli. Il tutto in attesa di formare nell’immediato futuro una nuova figura pronta ad entrare in questo ruolo per noi così delicato ed importante”.
Fra gli ospiti il presidente del Consorzio Franciacorta Silvano Brescianini, Mauro Belloli e Giovanni Martinelli, vice direttore e membro di giunta di Coldiretti Brescia, Rossano Bellettati in rappresentanza di Cia Est Lombardia.
Condifesa Lombardia Nord-Est si conferma quindi in espansione nonostante le tante incognite di un anno particolarmente complesso per il mondo agricolo: anche nel 2022, il Consorzio bresciano (operativo anche nelle province di Lecco, Como, Sondrio e Varese) che gestisce le polizze agevolate per l’assicurazione dei raccolti agricoli si è distinto per una performance fortemente positiva. L’anno si è concluso con una crescita dei soci, arrivati a quota 4715 contro i 4689 di fine 2021, mentre i valori assicurati si sono mantenuti sempre nettamente oltre la soglia dei 400 milioni di euro. Il tutto mentre i dati dell’ultimo lustro rivelano come i risarcimenti (circa 105 milioni di euro) superino nettamente il tetto dei premi corrisposti (circa 45 milioni al netto dei contributi agevolati).
Le compagnie insomma hanno pagato più di quanto incassato, a riprova dell’efficienza di Condifesa nell’indirizzare il socio verso scelte affidabili e sicuramente remunerative.
“Numeri che per noi sono motivo di grande soddisfazione- ha spiegato il presidente Giacomo Lussignoli. L’evoluzione climatica spinge del resto quasi naturalmente l’agricoltore a guardare alla necessità di mettere a sicuro il reddito aziendale: ma questo ha anche messo molte compagnie assicurative in una linea di proposta che non sempre ci ha trovato d’accordo, con forti restrizioni sul gelo ma anche sui danni da siccità per il mais. Quindi va posta la massima attenzione nel gestire al meglio e preventivamente le coperture assicurative”.
Grande novità del 2023 il nuovo fondo mutualistico nazionale Agricat istituito dal Ministero per le Politiche Agricole e gestito da Ismea.
“Non sarà un’alternativa alle coperture assicurative quanto semmai un’integrazione – ha precisato il direttore Andrea Berti -. Una copertura basic che coinvolgerà oltre mezzo milione di imprese su tutto il territorio nazionale aumentando tra gli agricoltori la consapevolezza che, in questa situazione di forte evoluzione climatica, le polizze agevolate offerte dai Condifesa diventano uno strumento fondamentale per garantire la copertura totale del rischio”.
Insomma, un segnale senza dubbio importante che pare destinato a rafforzare il ruolo dei Condifesa.
“Con Agricat, lo Stato italiano si assume per la prima volta la responsabilità di attivare una soluzione obbligatoria per tutte le imprese agricole – ha concluso il presidente Lussignoli -. Il tutto con uno strumento che insieme alle polizze condividerà almeno in parte il peso di un investimento che attualmente grava solo sulle spalle degli agricoltori”.