Cirio cresce in Estremo Oriente

giornalisti cinesi in visita allo stabilimento di Conserve Italia a Pomposa

Il pomodoro Cirio 100% italiano conquista sempre di più i consumatori dell’Estremo Oriente, registrando un incremento di vendite pari al 34% nel 2018, confermato anche nel primo semestre 2019. Con l’obiettivo di consolidare il trend positivo e accrescere la conoscenza delle proprie eccellenze nei mercati del Far East, Conserve Italia ha aperto recentemente le porte dello stabilimento di Pomposa (Ferrara) a un gruppo di giornalisti della stampa specializzata provenienti da Cina e Hong Kong nell’ambito del progetto triennale europeo «The european art of taste: italian fruit & veg masterpieces» promosso da Cso Italy.

Interessati a conoscere da vicino la filiera agricola cooperativa e le fasi di lavorazione del prodotto, i giornalisti arrivati dal Far East hanno potuto visitare una delle più grandi fabbriche d’Europa dedicate alla trasformazione alimentare, con una capacità produttiva di 300.000 tonnellate tra pomodoro, vegetali e frutta.

Cina, Corea del Sud, Vietnam, Indonesia e Hong Kong sono i Paesi del Far East dove i prodotti Cirio − marchio ambasciatore del made in Italy agroalimentare – registrano le migliori performance di vendita. A spingere l’incremento sono soprattutto i canali dell’e-commerce (molto sviluppato in questi mercati) e del food service, che da solo arriva quasi al 50% del volume d’affari nel Far East. Non è un caso dunque se tra le referenze più richieste figurino le confezioni di polpe e pelati Cirio da 3 kg, destinate a chef e pizzaioli. Nel retail cresce invece la domanda dei prodotti con alto contenuto di servizio, come salse e sughi pronti.

Formazione essenziale

«Abbiamo accolto con grande piacere i giornalisti provenienti da Cina e Hong Kong − ha affermato Diego Pariotti, direttore commerciale estero di Conserve Italia − consentendo loro di visitare lo stabilimento di Pomposa nel pieno della lavorazione. Da qualche anno abbiamo messo in campo un grande sforzo per fare crescere il marchio Cirio nei mercati del Far East. Puntiamo in particolare sulla formazione degli operatori della ristorazione, consapevoli che in Paesi con abitudini di consumo così lontane dalle nostre, siano l’educazione e la conoscenza dei prodotti e delle loro possibilità di utilizzo a fare la differenza».

La crescita del marchio Cirio nel Far East è destinata a continuare.

«Lavoriamo – conclude Pariotti – con l’obiettivo di aprire nuovi mercati, facendo leva sull’alta reputazione del brand italiano e anche su un canale fondamentale come l’e-commerce. Siamo già presenti in 14 Paesi del Far East e contiamo di aumentare ulteriormente, arrivando nel giro di qualche anno a coprire l’intera area e consolidare la nostra attività».

 

Articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 39/2019