CGBI rilancia la bietola a semina estiva

Zucchero e biometano due facce della stessa medaglia. La proposta arriva dalla Confederazione dei bieticoltori – CGBI e va nella direzione di promuovere la coltivazione della barbabietola da zucchero con semina non solo primaverile ma anche estiva, per avere il prodotto pronto per la raccolta già ad aprile e puntare all’apertura anticipata degli zuccherifici.

«Così facendo – spiega il presidente CGBI Gabriele Lanfredi – si prospetta un nuovo scenario per tutta la filiera bieticolo-saccarifera: la possibilità concreta di utilizzare al meglio la radice da trasformare in saccarosio a partire dal mese di maggio fino a ottobre e, di conseguenza, una maggior disponibilità di sottoprodotti (foglie, colletti e polpa) da valorizzare a fini energetici per la produzione di biometano».

Barbabietola come coltura da rinnovo

Sulle potenzialità della bieticoltura, come coltura da rinnovo, per la sua valenza agronomica, opera da tempo la Sesvanderhave, mettendo sul mercato materiale genetico di ultima generazione e nuove varietà adatte alle diverse epoche di semina.

«Collocare la bieticoltura in un periodo diverso di coltivazione – sottolinea il responsabile commerciale Massimo Zaghi – non la espone alle tradizionali avversità climatiche e fitosanitarie».

Molteplici sono anche i benefici ambientali. «La semina estiva – evidenzia Zaghi – richiede infatti minime lavorazioni del terreno, pochi interventi di diserbo, basso uso di azoto, zero insetticidi o fungicidi. Nei mesi invernali, favorisce inoltre lo stoccaggio di carbonio (cover crop), migliorando la fertilità e la produttività dei suoli: una pratica agronomica talmente virtuosa che presto potrà tradursi anche in fonte di reddito per gli agricoltori, in termini di crediti di carbonio».

In sintesi, conclude Zaghi, «la barbabietola estiva è una coltivazione naturalmente sostenibile, un baluardo dell’agroecologia, che, nell’ambito della nuova Pac, punta ad assicurare al pianeta sostenibilità e sicurezza alimentare».

Bietola a semina estiva. A sinistra bietola seminata il 6 luglio e raccolta il 14 aprile (Padova); a destra bietola seminata il 29 agosto e raccolta il 9 marzo

L’appello agli zuccherifici

Da qui parte l’appello della Confederazione dei bieticoltori rivolto agli zuccherifici. «Zucchero e biometano – sottolinea il presidente di CGBI Lanfredi – sono due facce della stessa medaglia: la filiera dello zucchero, dove ovviamente è presente, nell’attuale areale di riferimento, si integra perfettamente con quella del biogas/biometano».

Ampliando il calendario delle semine e aprendo gli zuccherifici ad aprile invece che a metà luglio, aumenterebbe la produzione di zucchero italiano e di sottoprodotti utili all’alimentazione degli impianti.

Mix ideale per dare un ulteriore impulso alla green economy e all’economia circolare.

Ricerca di soluzioni in campo

«Come Coprob – afferma Claudio Gallerani, presidente Coprob-Italia Zuccheri – stiamo lavorando a tutto campo per trovare le soluzioni di coltivazione della bietola che si adattino meglio nelle varie zone ai diversi contesti pedoclimatici, con e senza acqua: dalle semine precoci di fine gennaio fino a marzo, alle semine autunnali da farsi con particolare attenzione nelle aree vocate con genetiche a bassa prefioritura nel 2022 con 400 ettari e nel 2023 con 600 ettari».

Coprob sta monitorando le prove fatte da aziende con biogas di semine estive di bietole in raccolta a primavera, nei mesi di marzo e aprile, che si dimostrano interessanti per un secondo raccolto precoce.

«Stiamo studiando – continua Gallerani – se c’è la possibilità di fare una prova di lavorazione industriale anticipata a marzo-aprile, per queste bietole, cercando di individuare le quantità necessarie per l’apertura dello zuccherificio, i relativi costi e i problemi organizzativi. Sarà una prova contingentata a 3.500-4.500 ettari da gestire insieme alle aziende con biogas interessate per vedere se è economicamente sostenibile. Il mercato chiede zucchero 100% italiano di Italia Zuccheri, oggi valorizzato bene – conclude Gallerani – siamo quindi fortemente interessati ad ampliare la produzione di zucchero, polpe e melasso per dare un nostro contributo anche allo sviluppo delle bioenergie».