Biostimolanti strategici per il futuro dell’agricoltura

L'intervento di Lorenzo Gallo durante il convegno. Alla sua destra Simonetta Gallerini e Manuel Isceri

Il 2020 è l’Anno Internazionale della Salute delle Piante e anche l’anno in cui è stata varata la strategia Farm to Fork, di conseguenza questo è il momento ideale per riportare l’attenzione sui biostimolanti, che per entrambe queste tematiche giocheranno un ruolo fondamentale, a patto di fare chiarezza dal punto di vista normativo.
Queste e altre tematiche sono state al centro della prima edizione del Meeting Nazionale Biostimolanti 2020 promosso da Sagea Group che si è svolta lo scorso 16 ottobre ad Alba. Aperto dai saluti iniziali di Simonetta Gallerini, quality assurance manager di Sagea, che ha ricordato quanto la sostenibilità “pesi” sulle decisioni dei decisori europei e nazionali sul futuro dell’attività agricola, ha preso la parola Lorenzo Gallo, presidente del Gruppo fertilizzanti specialistici di Federchimica-Assofertilizzanti: «quello dei biostimolanti è un mercato che a livello mondiale passerà da un valore attuale di 2,6 miliardi di dollari a 5 miliardi nel 2025, ma è fondamentale arrivare ad una armonizzazione a livello europeo, anzi meglio sarebbe a livello internazionale. Sono due i driver che guidano questo comparto: l’effetto migliorativo dei biostimolanti sull’efficienza dei fertilizzanti tradizionali, stimata scientificamente dal +5 al +25%, e il controllo degli stress abiotici determinati, soprattutto, dal cambiamento climatico. Ecco perché il lavoro del CEN/TC455 Plant Biostimulants per individuare i claim e un’etichettatura molto più dettagliata è così importante». Manuel Isceri, regulatory and public affairs manager di Assofertilizzanti, ha evidenziato questi ultimi aspetti: «la non armonizzazione di questo mercato è un freno al suo sviluppo, dobbiamo tenere duro fino al 16 luglio 2022, quando con il nuovo Regolamento europeo sui fertilizzanti i biostimolanti saranno dotati di claim validati da dossier agronomici che certificheranno la dimostrabilità degli effetti dichiarati in etichetta».

Prove sperimentali per dimostrare l’efficacia

Per registrare un biostimolante, quindi, saranno necessarie prove sperimentali caratterizzate da diversi fattori: «Sagea Group partecipa al CEN/TC455 Plant Biostimulants nei Working Group 2, 3, 4 e 5 che stanno definendo gli aspetti normativi e tecnici e i lavori sono ormai in una fase avanzata: stiamo discutendo gli ultimi particolari dei protocolli e delle linee guida da seguire per svolgere prove sperimentali per la registrazione dei biostimolanti, tra i quali i claim da dimostrare, la tipologia di prodotto da saggiare, la coltura o il gruppo di colture e il metodo di applicazione – ha spiegato Davide Ferrari, direttore di Sagea. Centri di saggio, Università e centri di ricerca privati autorizzati dovranno quindi mettere in atto sperimentazioni che, ancora in via non definitiva, saranno 3 per le colture singole, 6 per due colture e 9 per colture di 3 gruppi differenti, in tutti i casi per uno o più anni».

Davide Ferrari durante il suo intervento

«Il rigoroso controllo della qualità dei prodotti è oggi imprescindibile, soprattutto in un’ottica di mercato globale. Occorre quindi il massimo impegno, non solo per mettere a disposizione dei laboratori preposti a tali controlli metodi di prova adeguati, ma anche offrire loro strumenti che ne favoriscano la corretta applicazione. UNICHIM è da tempo impegnata su questo fronte, con numerose prove interlaboratorio che vedono coinvolte una larga parte della rete nazionale dei laboratori di prova, privati, pubblici e aziendali» ha dichiarato Giovanni Perego, direttore Unichim.

Mercato di grande interesse

Insomma, i biostimolanti stanno uscendo da una fase “pionieristica” per diventare mezzi tecnici con precisi target di azione «l’interesse delle multinazionali chimiche, ultima in ordine di tempo è stata l’acquisizione di Valagro da parte di Syngenta, testimonia come questo mercato stia vivendo una forte espansione che nei prossimi anni lo porterà a raddoppiare il suo giro d’affari – ha detto Dario Frisio, economista dell’Università di Milano. Quello che serve ora è definire i quadri di riferimento normativi e, conseguentemente, merceologici e di attività economica. È inoltre fondamentale una validazione tecnico-scientifica dei prodotti, per evitare confusioni con altre tipologie e per raggiungere aree di mercato più tradizionali, in particolare nei comparti agricoli ad alta redditività per ettaro».

Lorenzo Andreotti

La registrazione del Meeting Nazionale Biostimolanti 2020 è disponibile sul canale YouTube di SAGEA Group a questo link