La bieticoltura 4.0 secondo Coprob

Avviata lo scorso luglio, la campagna bieticolo saccarifera 2021 sta per concludersi e i risultati ottenuti, ad oggi, sono soddisfacenti. Nonostante un andamento climatico avverso alla coltivazione per le alte temperature e le scarse precipitazioni, l’alto tasso di innovazione lungo tutta la filiera Italia Zuccheri-Coprob ha permesso una buona produzione: una sfida che inizia nei campi, dove la nuova genetica tollerante a fitopatogeni e resistente al cambiamento climatico, l’agricoltura di precisione, l’utilizzo della robotica e della meccatronica proiettano l’idea stessa di sostenibilità nel futuro.
Massimiliano Cenacchi, Direttore Agricolo di Coprob-Italia Zuccheri: “Da sempre Italia Zuccheri-Coprob investe in queste tecnologie tanto da rappresentare di fatto un modello virtuoso riconosciuto a livello europeo. Con questi sistemi di gestione agricola rivoluzionari, abbiamo la possibilità di effettuare analisi costanti e puntuali dei dati che consentono il monitoraggio e la
massima efficienza nella gestione del terreno e delle risorse impiegate”.
Proprio in occasione della campagna in corso che ha interessato 28.500 ha di terreno coltivato, di cui 1.900 riservati alla barbabietola biologica, l’azienda ha integrato nel processo agricolo
un robot alimentato ad energia solare in grado di seminare 2 ettari al giorno e di memorizzare, a distanza di tempo, il punto preciso di semina per ritornarci dopo mesi per la sarchiatura.
Un’innovazione di precision farming che permette di pulire le infestanti attorno senza danneggiare il seme migliorando l’efficienza della coltivazione.
Grazie a sistemi di mappatura satellitare, inoltre, è possibile impostare le guide dei trattori in modo che non avvenga una sovrapposizione dei trattamenti ottenendo un risparmio sia in termini ambientali che di costi di prodotto.
Tali sistemi consentono inoltre di effettuare il controllo nutrizionale su grandi superfici in tempi molto rapidi, oltre che ad individuare le aree dell’appezzamento che presentano problematiche agronomiche attraverso l’osservazione dell’attività fotosintetica della pianta (NDVI-Normalized Difference Vegetation Index).
Uno strumento utilizzato già da molti anni è il DSS (Decision Support System) che, attraverso il monitoraggio dell’andamento climatico (in particolare del tasso di umidità), aiuta l‘agricoltore a
capire quale sia il momento giusto per intervenire ad esempio nei trattamenti (fondamentale per contrastare le carenze in aumento negli ultimi anni) sempre in un’ottica di precision farming.
Importanti nell’agricoltura 4.0 sono poi droni, sonde e sensori “di campo” che possono essere sfruttati al meglio a supporto degli agricoltori. Negli ultimi anni, si stanno testando dei prototipi
con sensori ottici per controllare in modo preciso le infestanti, riducendo i danni alla barbabietola.
L’impegno di Italia Zuccheri-Coprob verso un’agricoltura sempre più innovativa è testimoniato anche dalla certificazione Sqnpi – sistema di qualità nazionale di produzione integrata – che
consente di “convertire” il convenzionale in un’agricoltura 100% sostenibile dove la barbabietola rappresenta già di per sè una coltivazione virtuosa per l’ambiente.
Non bisogna poi dimenticare il grande passo in avanti compiuto dalla genetica con le novità varietali tolleranti al cercostress (ovvero la degradazione/distruzione dell’apparato fogliare che
incide negativamente sulla produzione in termini quantitativi e qualitativi): in campagne come quella che sta giungendo al termine dove le condizioni climatiche rischiano di rovinare tutto il
lavoro compiuto dagli agricoltori, le varietà con maggiore resistenza al fungo cercospora consentono di contenere la retrogradazione e avere comunque buone polarizzazioni (contenuto
zuccherino) fino alla fine.
“Queste varietà sono un grande aiuto perché – conclude Cenacchi – la sostenibilità economica per l’agricoltore sta alla base di quella ambientale e sociale”
Il connubio innovazione sostenibilità rappresenta sempre di più un passo imprescindibile verso la transizione ecologica diventando un modello fortemente attrattivo per un target giovane,
con un progressivo abbassamento dell’età media dei bieticoltori che vedono in questo ambito nuove opportunità di lavoro.