Crollo del prezzo del latte: servono interventi strutturali

Urgono interventi strutturali per garantire maggiore stabilità e trasparenza del prezzo del latte alla stalla.
Questo, in sintesi, l’allarme lanciato unanimemente dalle organizzazioni agricole e dal mondo delle cooperative in occasione del Tavolo sul latte organizzato dal ministro del Masaf Francesco Lollobrigida il 2 dicembre scorso.

L’incontro si è tenuto in un momento critico per il settore tra volatilità dei prezzi, squilibri contrattuali e difficoltà nella gestione dell’offerta. Risale a pochi giorni fa la segnalazione del crollo dei prezzi del latte spot che sono crollati: secondo i dati Ismea da ottobre ad agosto sono scesi da 60 euro a 53 euro/hL, e sono in discesa verso i 50. Il problema è riconducibile a un eccesso di produzione su scala europea e internazionale, unito a una fase di rallentamento dei consumi.
In questo scenario, la filiera ha chiesto strumenti che vadano oltre le misure emergenziali, puntando su una strategia di lungo periodo.

Prezzo e contratti: la necessità di regole chiare

Uno dei temi centrali è stato il meccanismo di formazione del prezzo. Le organizzazioni agricole hanno sottolineato come il valore riconosciuto agli allevatori non rifletta sempre l’andamento dei mercati e i costi reali. Da qui la proposta di rafforzare i contratti di filiera, introducendo clausole più trasparenti e indicatori oggettivi per la determinazione del prezzo, legati alle quotazioni internazionali e ai costi di produzione.

Il Masaf ha ribadito l’importanza di rispettare le norme sulle pratiche commerciali sleali e di garantire un equilibrio tra le parti. Tuttavia, è emersa la consapevolezza che la sola regolamentazione non basta: occorre una governance più efficace dell’offerta.

Gestione dell’offerta e programmazione produttiva

Un altro punto chiave riguarda la gestione della produzione. Alcuni interventi hanno richiamato l’esperienza di altri Paesi europei, dove esistono strumenti di programmazione per evitare eccessi di offerta che deprimono i prezzi. In Italia, la frammentazione della filiera rende complesso adottare modelli simili, ma il Tavolo ha aperto alla possibilità di sperimentare forme di coordinamento, anche attraverso le Organizzazioni di Produttori (OP) e le Interprofessioni.

La proposta è quella di costruire un sistema che consenta di modulare la produzione in base alla domanda, riducendo le oscillazioni e favorendo una maggiore stabilità economica per gli allevatori.

Innovazione e sostenibilità come leve strategiche

Non è mancato il riferimento alla transizione ecologica e alla digitalizzazione. Il settore lattiero-caseario è chiamato a investire in tecnologie che migliorino l’efficienza e riducano l’impatto ambientale, in linea con le politiche europee.

Tuttavia, gli operatori chiedono che questi obiettivi siano accompagnati da strumenti finanziari adeguati, per evitare che la sostenibilità diventi un costo insostenibile per le aziende.

Prossimi passi

Il Masaf ha annunciato la volontà di proseguire il confronto con tavoli tecnici dedicati, per tradurre le proposte in misure concrete. Tra le ipotesi allo studio figurano incentivi per i contratti di filiera, sostegno alle OP e strumenti di monitoraggio dei prezzi. L’obiettivo è costruire un sistema più resiliente, capace di tutelare gli allevatori e garantire la competitività del comparto.