Rendere più resiliente e competitiva l’olivicoltura veronese e veneta grazie alla gestione intelligente dell’acqua, all’uso di nuove tecnologie come sensoristica avanzata e sistemi digitali per aiutare gli agricoltori a fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico e dell’aumento della frequenza dei fenomeni meteorologici estremi.
È questo l’obiettivo del progetto triennale Oliveto Smart, finanziato dalla Regione Veneto, che unisce ricerca scientifica, innovazione tecnologica e collaborazione tra imprese, istituzioni e università. Oliveto Smart è un progetto sviluppato da Edizioni L’Informatore Agrario, Università degli studi di Padova, Condifesa Verona, AIPO – Associazione interregionale produttori olivicoli, Azienda agricola Colle d’Oro sul Lago di Simone Volani (Sona, Verona) e Azienda agricola Rizzotti Elena (Colà di Lazise, Verona).
Proprio nell’Azienda Colle d’Oro sul Lago si è svolto lo scorso 23 novembre il convegno «Oliveto Smart: studio del contesto climatico e ambientale per l’olivicoltura di precisione».
È stata l’occasione per fare il punto sul progetto appena iniziato che coinvolge in totale 12 aziende olivicole nella provincia veronese in cui si concentra la maggior parte dell’olivicoltura veneta. Su circa 5.000 ha totali di oliveto veneto, il 70% si trova nelle colline moreniche del Garda, favorite dal clima mite e dai terreni ben drenati, senza dimenticare l’altra area storicamente rilevante: la Lessinia. Nel complesso si tratta di 5.000 aziende olivicole e 51 frantoi attivi.
Le tappe del Progetto
Tra le attività in programma l’estensione, a partire dal secondo anno, della ricerca a livello regionale e, al termine del progetto, organizzare corsi di formazione per 60 olivicoltori. Il progetto mira a diventare un modello di monitoraggio degli uliveti adottabile in tutta Italia.
«Infatti, sebbene si adatti a contesti siccitosi – ha dichiarato Davide Ronca, presidente di Codive – la pianta dell’olivo mostra una sensibilità agli stress termici e idrici non trascurabile. Per la tutela del reddito aziendale, oltre che attraverso gli abituali strumenti di gestione del rischio, come le assicurazioni e i fondi mutualistici, è necessario studiare e sviluppare sistemi più ottimali e collaborazioni per coltivazione che devono essere compatibili con il nuovo contesto climatico».
«L’olivicoltura di precisione – ha replicato Enzo Gambin, direttore di Aipo – avrà un ruolo centrale. L’integrazione tra dati climatici, pedologici e analisi degli oli costituisce un sistema di supporto alle decisioni (DSS) per l’olivicoltore. Si tratta di un modello predittivo e adattivo: le informazioni raccolte vengono elaborate in algoritmi che suggeriscono interventi puntuali, riducendo sprechi d’acqua e input chimici, migliorando la qualità organolettica e nutrizionale dell’olio e rafforzando la competitività delle imprese. Quindi, ogni scelta agronomica è sostenuta da dati misurabili e replicabili».
Per questo lo staff dell’Università di Padova, partner scientifico del progetto, con Aurora Ghirardelli e Giulia Zuecco, coordinato da Paolo Tarolli, ordinario di idraulica agraria, realizzerà a partire da inizio 2026 rilievi topografici ad alta risoluzione per la creazione di modelli digitali del terreno, fondamentali per analizzare la microtopografia e i processi idrologici dei siti sperimentali.
Parallelamente, è in corso l’installazione di sensoristica per il monitoraggio continuo dell’umidità del suolo e dello stress idrico delle piante, integrata a osservazioni da remoto tramite immagini multispettrali da drone e satellite.
«L’obiettivo – ha spiegato Paolo Tarolli – è identificare i periodi più critici in termini di disponibilità idrica e fornire indicazioni operative per l’irrigazione di precisione e linee guida utili agli olivicoltori per affrontare gli effetti del cambiamento climatico».
Gianluca Ferrari, di Radarmeteo Hypermeteo ha evidenziato come le serie storiche di temperature, piogge ed eventi estremi mostrino una maggiore frequenza di eventi estremi: siccità e alte temperature in particolare. Leggere questi dati in chiave predittiva significa definire strategie di adattamento: dagli investimenti irrigui alla tutela del suolo.
«Oliveto Smart – ha affermato Antonio Boschetti, direttore responsabile de L’Informatore Agrario – potrà diventare una vera piattaforma di innovazione e di trasferimento di conoscenze per consentire agli olivicoltori di scegliere le tecniche agronomiche più adatte a mitigare gli effetti del cambiamento del clima».
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