Syngenta, innovazione per la salute del suolo

La salute del suolo (soil health) sta assumendo un ruolo sempre più strategico fra i temi posti sul tavolo della sostenibilità agricola globale.

La più grande sfida che l’agricoltura mondiale sta affrontando è, infatti, quella di garantire la massima stabilità produttiva, diminuendo al contempo la propria impronta ambientale.

La prima è necessaria per garantire una costanza produttiva per la crescente domanda planetaria di cibo, mentre la seconda è divenuta missione irrinunciabile a salvaguardia delle generazioni future.

In tal senso, oltre ai temi legati alle emissioni climalteranti e al consumo di acqua, un terzo punto chiave è rappresentato dalla preservazione dei suoli agricoli dai fenomeni di erosione, o comunque di perdita di fertilità.

Al contempo, crescono anche gli sforzi volti a recuperare progressivamente i terreni attualmente compromessi, adottando pratiche agricole rigenerative atte a ripristinarne la struttura, la biodiversità e quindi la fertilità.

La missione di Syngenta

Per contrastare e correggere questi fenomeni è fondamentale affidarsi alla ricerca scientifica, che sviluppa soluzioni specialistiche da integrare in una gestione agronomica completa. Questo approccio olistico deve considerare tutti i fattori che contribuiscono alla salute del suolo. Syngenta ha posto la salute del suolo tra le sue priorità strategiche, sviluppando soluzioni innovative per preservare e potenziare l’equilibrio naturale del microbioma del suolo. Le comunità di microrganismi presenti nella rizosfera possono, infatti, creare un ambiente più equilibrato e favorevole alla crescita delle colture, migliorando l’assorbimento di acqua e nutrienti. L’uso di queste soluzioni specialistiche consente di contrastare anche alcuni fenomeni causa di stress per le colture, come per esempio quelli provocati da una eccessiva salinità. Al contempo, una maggiore e più armonica presenza di microrganismi aumenta il sequestro del carbonio nel terreno, contribuendo a migliorare il bilancio complessivo delle emissioni climalteranti dovute alle pratiche agricole. Questo approccio integrato non solo favorisce la sostenibilità ambientale, ma garantisce anche una maggiore redditività per gli agricoltori, grazie a rese più elevate e stabili nel tempo.

Viva® e salute del suolo: più rese, meno impatti

Viva® (GEA930) è un biostimolante che nasce dall’esigenza di coniugare redditività agricola e sostenibilità ambientale. Le applicazioni di Viva® al terreno permettono infatti di rivitalizzare e stimolare il naturale microbioma della rizosfera, ottenendo significativi vantaggi in termini di salute del suolo e di sviluppo radicale, quest’ultimo alla base degli ottimali equilibri vegeto-produttivi della coltura. È un biostimolante che si inserisce quindi perfettamente nelle pratiche che guardano ai più moderni programmi di agricoltura rigenerativa, ossia quell’insieme di cure al terreno che ne migliorano la salute, la struttura e quindi le potenzialità produttive di lungo periodo. In termini di benefici ai raccolti, applicando Viva® si migliora infatti l’attività enzimatica dei microrganismi legati ai cicli biogeochimici di azoto, fosforo e carbonio, ottimizzandone l’assorbimento radicale a vantaggio della biomassa finale, sia della porzione ipogea della coltura sia di quella epigea.

Dosi e modalità d’impiego

Viva® si applica al terreno tramite i più comuni impianti di fertirrigazione e i suoi benefici si apprezzano lungo l’intero ciclo colturale. In frutticoltura va somministrato in ragione di 25-30 kg/ha, frazionando gli interventi ogni 15-20 giorni. In orticoltura la dose è pari a 2-4 L/1.000 m2, intervenendo ogni 7-10 giorni. Infine, su colture floricole e ornamentali si applica ogni 15-20 giorni a una dose di 3-5 L/ 1.000 m2.

Per ulteriori informazioni: syngenta.it/la-salute-del-suolosoil-health