U E e USA hanno pubblicato una dichiarazione congiunta su un «quadro per un accordo sul commercio reciproco, equo ed equilibrato».
Il testo era molto atteso, ma aggiunge poco a quello che sapevamo a fine luglio (vedi L’Informatore Agrario 26/2025 pag.9).
La dichiarazione «quadro» fissa al 15% i dazi per tutte le merci UE in ingresso nel mercato USA dal 1° settembre, esclusi farmaci generici, aerei e parti di aerei, oltre a «risorse naturali non disponibili» in Nord America, «incluso il sughero».
Il 15% si applicherà anche a birra, vino e distillati, per esempio, ma la Commissione UE continua a cercare strade per esentarli dal nuovo regime.
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Guardando nel dettaglio i prodotti, Parmigiano Reggiano e Grana tornano al dazio storico del 15% dopo essersi visti gravare di un 10% aggiuntivo da aprile, mentre il Pecorino Romano dallo 0% pre-Trump passa al 15%, con danni che Assolatte (Associazione italiana lattiero casearia) stima in circa 27 milioni di dollari già quest’anno.
Per quanto riguarda l’olio d’oliva a detta dell’associazione dell’industria spagnola Asoliva le nuove tariffe non cambieranno granché, anche perché gli americani non producono olio di oliva e tutti i produttori mondiali subiranno dazi di portata analoga o superiore.
Tanti «guai» per il vino
Per quanto riguarda il vino, l’Italia è molto esposta.
Secondo un’indagine di Nomisma per conto di Centromarca, anche in uno scenario di aumento del prezzo del 20% − peggiore di quello attuale – la gran parte dei consumatori USA acquisterebbe ancora prodotti italiani, ma una quota importante (30-40%) lo farebbe in misura minore.
Il prodotto nazionale, vino incluso, è ben posizionato nella fascia premium, che risente meno degli aumenti, ma il problema è che il mercato americano vale molto, per certi versi è insostituibile e le restrizioni tariffarie arrivano in un momento di sovrapproduzione strutturale e di svalutazione del dollaro.
Il documento passerà alla storia anche per quello che non c’è scritto: anche l’UE dice addio al Wto (Organizzazione internazionale del commercio), accordando un trattamento preferenziale alle merci americane, fuori dalle norme di un ordine commerciale mondiale fatto di regole perfettibili, ma uguali per tutti, a fronte delle minacce di Trump di lasciare sguarnito il continente contro l’invadenza russa.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 27/2025
Dazi al 15% ai prodotti UE diretti negli USA
di A. Di Mambro
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