Il guadagno netto del latte marginale

Nel settore di produzione del latte ci sono diversi indicatori che possono monitorare la situazione di mercato. Uno dei più significativi è il valore del latte marginale, che riassume, in un numero, la convenienza del miglioramento aziendale.

Per valore del latte marginale si intende il guadagno potenzialmente netto che l’allevatore avrebbe a produrre un litro di latte in più.

Per l’azienda, per esempio, migliorando la gestione del sistema alimentare, aumentasse la sua produzione di un litro per vacca in lattazione quanto sarebbe l’aumento dell’utile netto?

Nella tabella vediamo l’impostazione del calcolo possibile. Partendo dal valore del litro di latte dovremmo detrarre a esso le spese vive sostenute. Una volta che l’animale ha già sostenuto il proprio mantenimento, la maggiore ingestione richiesta per produrre un litro di latte in più è considerata convenzionalmente 0,42 kg di sostanza secca.

Partendo quindi dal costo della nostra razione per kg di sostanza secca, possiamo calcolare il valore di 420 g della stessa e detrarlo al valore del latte. Quali potrebbero essere le altre spese?

Se l’azienda, per ottenere quel litro non ha fatto nuovi investimenti, altri costi non ce ne sono. Perché tutti gli altri costi sono già pagati dagli altri litri di latte prodotti. Quindi a seconda dell’andamento del prezzo del latte e dei costi di alimentazione variabili, si definisce il valore del latte marginale.

 

Tratto dall’articolo pubblicato nell’inserto de L’Informatore Agrario n. 21/2025
M. Campiotti
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario