Vuoto normativo sull’assicurazione dei veicoli fermi

A distanza di oltre otto mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo per tutti i mezzi agricoli, anche se fermi od operanti in aree private, l’agricoltura si trova in uno scomodo limbo nel quale da un lato vuole (e deve) ottemperare a tali indicazioni e dall’altro non è materialmente nelle condizioni di farlo, dal momento che non esistono ancora strumenti assicurativi idonei.

Senza targa è impossibile assicurare

Tutti i veicoli vengono identificati univocamente dalla targa e, salvo rarissimi casi, dal numero di telaio, ma proprio la targa è la condizione imprescindibile per stipulare una polizza di Rc.
I mezzi fermi od operanti in aree private non sono tenuti ad avere una targa e quindi si trovano nella condizione di non poter stipulare una polizza Rc.
Tra le sigle più attive nel denunciare questa situazione c’è Federacma che oltre un anno fa ha sollevato la problematica e che quest’estate ha promosso il primo confronto di filiera sul tema.

Tavolo di confronto?

Per cercare di dare una scossa alla situazione è arrivato un ordine del giorno, presentato dalla senatrice Vita Maria Nocco e accolto dal Governo, che oltre a certificare l’attuale «impossibilità di adempiere» alle nuove disposizioni normative relative all’obbligo di Rc per tutti i mezzi agricoli, impegna l’Esecutivo ad avviare un tavolo di confronto con tutti gli stakeholder per «dipanare» le modalità di attuazione dell’obbligo previsto dal d.lgs. 184/2023.
Tutto questo accadeva ormai circa due mesi fa, ma di questo tavolo, la cui gestione dovrebbe essere in primo luogo in capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e solo di rimando al Masaf, sembra al momento essersi persa traccia.

Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 16/2025
Vuoto normativo sull’assicurazione dei veicoli fermi
di A. Bruni
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