Macfrut: un’altra edizione di successo, ma è allarme agrofarmaci

Inaugurazione di Macfrut 2025 alla presenza del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida

Macfrut conferma il suo percorso di crescita. Sono state oltre 61.000 le presenze alla 42ª edizione della tre giorni fieristica al Rimini Expo Centre con un incremento del +10% sul 2024.
Un’edizione nel segno dell’entusiasmo che consacra la sua dimensione internazionale e il suo format unico.
Oltre 1.400 espositori, il 40% dei quali dall’estero, 1.500 buyer, Saloni tematici su trend e tendenze, aree dinamiche, Simposi internazionali, fanno di questa fiera un unicum nel suo genere.
«Entusiasmo è stata l’aria che si è respirata nei padiglioni fieristici – spiega il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini – nel corso dei tre giorni. Un entusiasmo riscontrato tra gli operatori che hanno toccato con mano la grande qualificazione della fiera nelle ultime edizioni. Macfrut rappresenta la vetrina della filiera dell’ortofrutta italiana nel mondo: uno strumento di politica industriale formidabile per un settore cardine del nostro Paese con un valore di 19 miliardi di euro, che sale a oltre 60 se prendiamo in esame l’intera filiera. E proprio la filiera è il punto di forza del sistema ortofrutticolo del nostro Paese.
L’appuntamento – ha proseguito Piraccini – è al prossimo anno, quando la fiera verrà anticipata e si svolgerà dal 21 al 23 aprile».

Lollobrigida: Macfrut fiera che guarda al futuro

Macfrut è una fiera che guarda al futuro, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, all’inaugurazione della manifestazione.
«Macfrut è una fiera che si apre al futuro, si apre all’internazionalizzazione soprattutto verso le Nazioni africane, che rappresentano per il sistema agricolo italiano una grande opportunità – ha affermato il ministro. Possiamo costruire occasioni di sviluppo produttivo per l’Africa e al contempo esportare le nostre tecnologie».
«Macfrut – ha proseguito il ministro – guarda al futuro anche per la gestione delle risorse idriche e per la generazione di energia. Il futuro offre delle opportunità e rappresenta una sfida per l’agricoltura e l’ortofrutta italiana».
Infine, Lollobrigida non ha mancato di ricordare una delle emergenze che sta compromettendo la produzione ortofrutticola a livello nazionale, ovvero quella della carenza di strumenti per difendere le coltivazioni dall’attacco di parassiti e patogeni.
«Serve un approccio pragmatico – ha dichiarato il ministro durante il suo intervento – dobbiamo impedire che vengano eliminati altre sostanze attive se prima non saranno disponibili strumenti sostitutivi».

È emergenza Agrofarmaci

Il medesimo accorato appello è stato rivolto da Raffaele Drei, presidente di FedagriPesca Confcooperative durante il convegno organizzato da L’Informatore Agrario, Macfrut il 6 maggio in seno a Macfrut.

I partecipanti alla Tavola rotonda organizzata da L’Informatore Agrario. Da sinistra: Massimiliano Giansanti, presidente Copa e di Confagricoltura nazionale; Raffaele Drei, presidente di FedagriPesca Confcooperative; Paolo Tassani, presidente di Agrofarma-Federchimica e Marco Salvi, presidente di Fruitimprese.

«Serve una moratoria – ha dichiarato Drei – che possiamo ipotizzare in almeno 5 anni, durante i quali non vengano eliminate altre sostanze attive tra quelle oggi disponibili, le quali peraltro hanno già subito il pesante vaglio della Commissione.
Questo lasso di tempo potrebbe essere sufficiente per consentire all’industria di sviluppare nuovi prodotti in grado di rimpiazzare quelli che dovessero essere sostituiti. Al contempo, bisogna accelerare sul fronte delle Tecnologie di evoluzione assistita (TEA). Ovvero è necessario ultimare il processo regolatorio per consentire il pieno sviluppo delle potenzialità di questa tecnologia in grado di mettere a disposizione degli agricoltori piante resistenti alle malattie».
Sulla burocrazia e sulle regole è intervenuto anche Paolo Tassani, presidente di Agrofarma-Federchimica.
Secondo Tassani serve un processo di semplificazione e conseguente velocizzazione degli iter autorizzativi a livello europeo, in particolare per i prodotti di origine biologica.
In Brasile – è emerso dalla relazione di Luca Casoli, presidente dei Consorzi fitosanitari di Modena e di Reggio – servono circa 18 mesi per autorizzare uno strumento di biocontrollo, in Europa fino a 8-10 anni!
Ma anche a livello nazionale, ha ripreso Tassani, si può fare qualcosa: basterebbe trovare le risorse finanziarie necessarie a potenziare la struttura dei valutatori: pochi milioni di euro per integrare l’organico del Ministero della salute dedicato alla valutazione e registrazione degli agrofarmaci.
Bisogna essere più tempestivi anche nel caso delle autorizzazioni emergenziali che talvolta arrivano tardi rispetto alle esigenze della difesa.
Secondo Marco Salvi, presidente Fruitimprese, la situazione agrofarmaci in Italia è davvero insostenibile. Lo evidenziano i dati di Marco Borroni, di BDF-Dati per l’agricoltura.
«È incredibile – ha ripreso Salvi – che in Italia si possa perdere parte della produzione di kiwi perché non è possibile intervenire con alcuni fitoregolatori che in Grecia invece vengono impiegati».
Infine, Massimiliano Giansanti, presidente di Copa e di Confagricoltura nazionale, ha lanciato un allarme sul fronte europeo: se l’approccio all’agricoltura del mondo politico a Bruxelles è cambiato, non si può dire altrettanto per le tecnostrutture, che continuano a vedere l’agricoltura come un’attività che inquina, sottrae suolo ai sistemi naturali e consuma le risorse idriche.
«A ogni incontro – ha dichiarato Giansanti – difendiamo strenuamente l’agricoltura, ma la strada è ancora in salita».

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 19/2025
Macfrut: altro successo ma lancia l’allarme agrofarmaci
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