Al riso europeo serve un freno automatico all’import

riso

Una clausola di salvaguardia automatica negli accordi commerciali preferenziali con i Paesi meno sviluppati è «questione di sopravvivenza» per la produzione di riso Ue, che avviene principalmente in Italia. L’appello delle organizzazioni degli agricoltori e delle cooperative agroalimentari Ue (Copa e Cogeca) arriva qualche giorno prima della ripresa dei negoziati tra le istituzioni europee sul nuovo regolamento sui regimi di preferenze tariffarie, che prevedono importazioni a dazio zero di molti prodotti tra cui il riso dai Paesi meno sviluppati.

Attualmente il meccanismo di salvaguardia, che reintroduce i dazi in caso i produttori Ue dimostrino di essere danneggiati dalle importazioni, deve essere deciso con un voto dei Paesi. Così fu nel 2019, quando fu attivato con importazioni di riso, primariamente da Cambogia e Myanmar, a 340.000 tonnellate l’anno.

Da quando la clausola di salvaguardia è scaduta, nel gennaio 2022, «le importazioni di riso da questi Paesi sono aumentate vertiginosamente – denunciano le organizzazioni – chiudendo il 2021-22 a una cifra record di importazione di 473.000 tonnellate».