Prezzi delle commodities senza freni: è una guerra anche agricola

trebbiatura grano

Gli effetti dell’invasione russa in Ucraina sono devastanti: oltre alle immense perdite umane e materiali inflitte al Paese, il conflitto sta letteralmente minando le fondamenta dei mercati energetici e agricoli.

Per comprendere la portata del disastro, è sufficiente volgere lo sguardo alle quotazioni delle principali commodities agricole, in particolare sul mercato a termine di riferimento per l’Europa, il Matif-Euronext di Parigi: il frumento tenero per maggio 2022 quota lunedì 7 marzo 396,50 euro/t, con un aumento di 81 euro/t nell’arco di una settimana (+25,67%).

Il mais per giugno 2022 è aumentato, sempre nell’ultima settimana, di 60,75 euro/t (+20,89%), con un prezzo attuale di 351,50 euro/t.

A ciò si aggiunge l’elevatissima volatilità, con aumenti e ribassi repentini e imprevedibili, che costituisce sempre un rischio per gli operatori non speculativi.

Come sappiamo, il mercato nazionale reagisce generalmente in leggero ritardo agli shock esterni, ma giovedì scorso la Commissione prezzi dell’Ager di Bologna ha dovuto prenderne atto, con un aumento di 30 euro/t per il frumento tenero (prezzo medio del «panificabile» 340 euro/t), e di 33 euro/t per il mais (mais «convenzionale» 329 euro/t). Ieri la Granaria di Milano ha quotato la granella nazionale a 399 euro/t (+87 euro/t rispetto alla settimana precedente).

La verità è che la Commissione prezzi avrebbe potuto risparmiarsi lo sforzo di stilare il listino, perché queste quotazioni sono già superate, e perché oltre tutto il mercato è completamente ingessato. Chi vende, vende un camion alla volta, e chi compra (mulini, mangimifici e allevatori) si trova di fronte alla quasi certezza di perdere soldi.

L’Ungheria blocca l’export

Intanto arrivano le prime reazioni allo shock, sia in Italia sia all’estero. La prima notizia è che l’Ungheria ha deciso di sospendere l’export di frumento tenero verso gli altri Paesi, anche dell’UE. Secondo le dichiarazioni ufficiali, lo stop è stato deciso per difendere il mercato interno ed evitare speculazioni.

Insomma, se non l’avevamo capito prima, siamo di fronte a una vera e propria guerra agricola.

Herbert Lavorano

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 9/2022
Sui mercati mondiali dei cereali scenari da incubo
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