Covid, danni economici pesanti con i nuovi blocchi

Bardolino Chiaretto bicchieri vino

Le restrizioni alle attività economiche stabilite dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm), pubblicato il 24 ottobre scorso e in vigore fino al 24 novembre, hanno scatenato dure reazioni nel mondo della politica, delle imprese, e nelle piazze. Nel settore agroalimentare preoccupa in particolare la chiusura di bar e ristoranti entro le ore 18. «È a rischio 1/3 della spesa alimentare degli italiani destinata ai consumi fuori casa – afferma Codiretti – con il moltiplicarsi di locali della ristorazione che decidono addirittura di non aprire per gli elevati costi e la mancanza di clienti».

Secondo Cia-Agricoltori Italiani «lo stop alle 18, per le 24.000 strutture agrituristiche nazionali, equivale alla chiusura delle attività». E parla anche di «impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale horeca -ristoranti, bar, mense, hotel – e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare fuori casa, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche».

Per Confagricoltura «i ristori economici adeguati e tempestivi annunciati dal Governo devono essere estesi alla filiera agroalimentare. Qualsiasi esclusione sarebbe incomprensibile ed ingiustificata».
Molto preoccupata anche Unione italiana vini secondo cui «nel 2020 il vino italiano di qualità perderà il 30% delle proprie vendite nell’horeca nazionale, un canale insostituibile per migliaia di piccole imprese del settore vitivinicolo. Secondo le stime del nostro Osservatorio, il mancato introito peserà quest’anno nelle casse delle aziende per un controvalore di 1,2 miliardi di euro».

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 36/2020
Allarme Covid, timori e proteste per i nuovi blocchi
di G. Lo Surdo
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