Avanti tutta con la sperimentazione in campo delle piante ottenute con le Tecniche di evoluzione assistita (TEA).
È questa, in sintesi, la linea del nostro Paese per puntare sulla genetica e guardare al futuro dell’agricoltura; linea promossa dalla maggioranza di Governo, condivisa da buona parte dell’Opposizione e accolta con grande favore dalle organizzazioni di settore.
A riprova di ciò basti pensare alle innumerevoli sperimentazioni condotte o in itinere sul riso, sulla vite e sul pomodoro (vedi L’Informatore Agrario n. 20/2025, pag. 14), alle quali proprio nei giorni scorsi se ne è aggiunta un’altra, condotta dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento) per valutare la riduzione dell’impiego di agrofarmaci e la tolleranza alla ticchiolatura della mela grazie alla cisgenesi.
Tante specie candidate
Non è da escludere che a queste sperimentazioni possano aggiungersene altre, dal momento che tra le specie strategiche selezionate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) per svolgere attività di ricerca figurano anche la melanzana, l’orzo, il frumento duro, il pioppo, alcune specie di agrumi e il kiwi.
Va in questa direzione anche la sempre più probabile proroga al 2026 delle sperimentazioni in campo, prevista da un emendamento al ddl di conversione del cosiddetto dl Economia (dl n. 95/2025), attualmente all’esame del Senato.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2025
TEA: nel 2026 le prove in campo
di A. Bruni
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