Per difendere la Pac e il reddito agricolo serve semplificare

campo di mais

«Abbiamo riportato l’agricoltura al centro delle nostre politiche, riconoscendola come un settore strategico e destinando 11 miliardi di euro per favorire modernizzazione e innovazione. Sosteniamo con forza l’importanza di avere una Pac e investiamo sul ricambio generazionale, perché la passione da sola non basta: servono redditi adeguati e una formazione mirata».
È la dichiarazione del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto al convegno «La Visione Europea per l’agricoltura e l’alimentazione post 2027: rinnovo generazionale, innovazione e reddito equo per gli agricoltori» svoltosi il 12 giugno scorso a Roma.
Il rapporto della Commissione europea sui costi amministrativi della Pac, pubblicato il 14 maggio scorso, rivela che in Italia il totale dei costi amministrativi ammonta a 1.923 euro, rispetto ai 1.228 euro della media UE.
In merito alle misure per la semplificazione della Pac la Commissione propone un regime agevolato per i piccoli agricoltori, con pagamenti diretti forfettari fino a 2.500 euro l’anno, oltre a un regime semplificato per gli aiuti agli investimenti delle piccole aziende agricole, con contributi fino a 50.000 euro per beneficiario.
L’impatto di tali proposte è potenzialmente piuttosto elevato perché, scrive la Commissione europea, coinvolge circa il 65% del totale dei beneficiari europei, anche se occupa solo il 10% della Sau.
«L’Italia – ha proseguito Giuseppe Blasi, capo dipartimento politiche europee del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – si presenta al negoziato UE sul quadro finanziario post 2027 con una posizione politica chiara e condivisa: la Pac dovrà disporre di risorse adeguate per rispondere alle nuove sfide e non deve confluire nel Fondo unico di cui si parla con sempre maggiore insistenza. Anche se una standardizzazione delle procedure amministrative di gestione dei fondi relativi alle politiche che si vorrebbero riunire, Pac e coesione, appare ormai necessaria e alla portata».
«Inoltre – ha proseguito Blasi – nel riparto delle risorse disponibili non dovrà essere utilizzato il parametro convergenza esterna, in quanto tale criterio non tiene in considerazione le diverse realtà economiche e sociali tipiche di ogni Stato membro. Il documento strategico “La Visione per l’agricoltura e l’alimentazione” presentato lo scorso febbraio dalla Commissione rappresenta un progresso significativo nella definizione delle strategie per il futuro del settore».

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 23/2025
Per difendere la Pac e il reddito agricolo serve semplificare
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