L’assemblea nazionale 2025 di Anbi, l’associazione nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, tenutasi a Roma l’8 e 9 luglio scorso, è stata dedicata suggestivamente a «L’acqua coltiva la pace».
Un titolo programmatico, come spiegato dal presidente di Anbi, Francesco Vincenzi, che ha subito messo in chiaro la natura di questa risorsa: «L’acqua oggi non è oggetto di pace, ma di conflitti. La sfida è trasformarla in uno strumento di armonia attraverso una sua corretta gestione».
Il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano ha affermato: «Per invertire la rotta serve il piano bacini idrici multifunzionali, che è una visione per le aree interne che sono parte importante del nostro Paese e che certo non vanno considerate malati terminali».
Ha inoltre focalizzato l’attenzione sull’annosa questione delle acque reflue, criticando la «vera e propria aberrazione normativa che scarica i costi iniziali sui gestori del servizio idrico e la responsabilità d’uso sulle imprese agricole».
La «Water resilient strategy» dell’UE, che mira a garantire la sicurezza idrica, la disponibilità e la qualità dell’acqua per tutti, «sebbene interessante è poco coraggiosa».
Investire sull’acqua è urgentissimo
I presidenti di Coldiretti e Cia – Agricoltori Italiani, Ettore Prandini e Cristiano Fini insieme al rappresentante di Confagricoltura Antonio Vincenzi, hanno espresso una chiara convergenza sulla necessità di un intervento strategico e immediato per l’emergenza idrica.
Un punto comune e cruciale delle Organizzazioni è la richiesta di un «Piano nazionale dell’acqua» chiaro e organico, con investimenti strutturali per rafforzare invasi, bacini di accumulo e reti di distribuzione, mirando a captare più acqua piovana e garantire equo accesso alla risorsa idrica.
Parallelamente agli investimenti è emersa la richiesta di semplificazioni normative per accelerare gli interventi e l’utilizzo delle risorse stanziate.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha sottolineato l’importanza di «spendere in tempi celeri le risorse» per la sicurezza dei territori, elogiando l’efficienza dei consorzi di bonifica.
La visione va oltre i confini nazionali, ponendo l’acqua come una «questione europea e mondiale».
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 24/2025
Per affrontare la crisi idrica serve investire ora
di G. Erba
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