La Lega si schiera con l’agricoltura

Gli esponenti della Lega che ricoprono (o hanno ricoperto) incarichi istituzionali sul fronte agricolo si sono riuniti presso la sala Koch del Senato per il vertice strategico «Seminando idee, coltivando proposte. Facciamo crescere l’agricoltura italiana», voluto dal segretario federale Matteo Salvini e organizzato dal senatore Giorgio Maria Bergesio, responsabile del Dipartimento agricoltura del partito.
Aprendo i lavori, Bergesio ha lanciato un messaggio perentorio: «La nostra agricoltura non si tocca».
Ha quindi chiesto a Bruxelles maggiore ascolto per una Pac che supporti i produttori, che riconosca il ruolo dell’agricoltore come custode del territorio, prendendo a modello la legge italiana.
Critico verso politiche europee penalizzanti (cibo sintetico, etichette anti-vino), ha invocato più risorse per la Pac e maggiore impegno per la lotta ai cambiamenti climatici.

Gli assessori regionali con Matteo Salvini (al centro) e Giorgio Maria Bergesio (primo da sinistra)

Il confronto si è sviluppato in sessioni tematiche su agricoltura e ambiente, filiera e made in Italy, dieta mediterranea e prospettive, con la partecipazione di ex ministri (Gian Marco Centinaio, Luca Zaia) e assessori regionali all’agricoltura di sette regioni.
Numerosi gli interventi incentrati su meno burocrazia e più investimenti.
Luigi D’Eramo, sottosegretario al Masaf, ha sottolineato l’importanza di innovazione e ricerca e del ruolo italiano in Europa.
Mirco Carloni, presidente della Commissione agricoltura alla Camera, ha criticato le politiche UE lontane dalla cultura rurale, chiedendo scelte di «buonsenso», supporto al reddito d’impresa e l’uso delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA).
Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, ha difeso il vino italiano da attacchi «pseudo-salutistici», evidenziandone il valore valore storico e turistico.
E ancora, Luca Zaia, governatore del Veneto, ha rimarcato il valore identitario e la biodiversità agricola nazionale contro l’Italian sounding.

Le richieste del settore

Le associazioni di categoria hanno chiesto risposte concrete.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha invocato una pianificazione a medio-lungo termine, investimenti in infrastrutture (idriche, logistiche) e meno burocrazia UE con difesa delle eccellenze e reciprocità commerciale.
Luca Brondelli di Brondello, vicepresidente di Confagricoltura, ha chiesto un piano strategico, tutela budget della Pac e reciprocità negli accordi di libero scambio, opponendosi al Mercosur.
Cristiano Fini, presidente di Cia- Agricoltori, ha sollecitato strumenti per affrontare la crisi climatica, garantire sostenibilità e investire nelle aree rurali e interne.
Il presidente di Copagri, Tommaso Battista, ha invece chiesto un maggiore riconoscimento della redditività, innovazione e l’uso delle TEA.
Infine, Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha posto l’accento sulla centralità geopolitica del cibo, sulla necessità di risorse adeguate nel quadro finanziario pluriennale europeo (Qfp) e sul ruolo strategico della filiera per la food security.

Salvini chiede maggiori investimenti

«Questo evento l’ho chiesto io perché è un tema particolarmente importante per l’Italia e per la Lega da sempre», ha esordito Matteo Salvini, chiudendo i lavori.
Ha attaccato la «folle burocrazia europea» come vero problema, auspicando investimenti in innovazione.
Salvini quindi ha ribadito l’impegno della Lega a tutti i livelli per «togliere la burocrazia e mettere risorse finanziarie», citando gli investimenti idrici del suo Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. «L’agricoltura è salute, ricchezza, territorio, identità».