Più qualità alle orticole grazie ai biostimolanti

pomodoro

I biostimolanti sono prodotti derivati da materiale organico contenente aminoacidi, peptidi, vitamine, acidi umici, estratti di alghe, elementi minerali e tracce di ormoni (purché non siano di sintesi).

I prodotti biostimolanti sono molto utilizzati nella coltivazione delle specie orticole per aumentare la resa e la qualità dei prodotti. In generale, i biostimolanti determinano un aumento dell’efficienza d’uso degli elementi nutritivi e un aumento della tolleranza delle piante verso stress di tipo biotico e abiotico.

Nelle colture orticole l’uso di biostimolanti permette di ridurre l’apporto di fertilizzanti e di prodotti fitosanitari, senza compromettere la resa e la qualità del prodotto, con notevoli benefici anche sull’ambiente. L’effetto dei biostimolanti sulla crescita è dovuto non solo all’attivazione di processi fisiologici e metabolici della pianta, ma anche a un miglioramento delle condizioni del suolo e, in particolare, della microflora del terreno.

La qualità degli ortaggi da foglia è definita dall’aspetto estetico (pigmenti fogliari) e da componenti interni al prodotto (vitamine, sali minerali, composti antiossidanti, nitrati, ecc.).

I biostimolanti sono in grado di migliorare la qualità estetica attraverso l’aumento del contenuto in clorofilla e altri pigmenti come i carotenoidi. Questo effetto determina anche un aumento dell’attività fotosintetica, in quanto aumentando la concentrazione di clorofilla migliora la capacità di captazione della luce e di conseguenza si ottiene un aumento della crescita della coltura, velocizzando il ciclo colturale e aumentando la resa.

Negli ortaggi da foglia sensibili all’accumulo di nitrati, come ad esempio la rucola, i biostimolanti hanno la capacità di abbassare il contenuto di nitrati, migliorando l’assimilazione attraverso l’attivazione degli enzimi coinvolti nell’organicazione dei nitrati. Infatti, in molte prove sperimentali l’uso di alcuni biostimolanti ha permesso di mantenere i nitrati sotto i limiti di legge. I nitrati infatti sono considerati potenzialmente pericolosi per la salute umana perché nello stomaco potrebbero reagire con le ammine libere derivate dalla digestione delle proteine e formare nitrosamine, che sono cancerogene.

L’utilizzo dei biostimolanti in ambiente protetto

L’uso dei biostimolanti trova maggior diffusione nelle ortive in ambiente protetto a causa della più elevata reddittività delle colture e delle condizioni ambientali più favorevoli per l’efficacia del prodotto.

Nella serricoltura mediterranea, l’orticoltura è diffusa soprattutto in apprestamenti protetti low-tech, ossia serre e tunnel con copertura in film plastici e prive di sistemi di riscaldamento e con una limitata capacità di ventilazione. In queste condizioni le piante possono subire stress da elevata escursione termica, da eccessiva umidità relativa dell’aria e da ridotta intensità luminosa.

Inoltre, l’elevata specializzazione colturale e l’uso di tecniche di coltivazione intensive causano una frequente perdita di fertilità dei suoli e salinizzazione dell’ambiente radicale con effetti negativi sulle colture.

In questi contesti i biostimolanti possono contribuire significativamente a mitigare gli stress ambientali: una maggior tolleranza delle colture alla salinità, all’alcalinità, agli squilibri nutrizionali e agli eccessi di metalli pesanti sono infatti ampliamente documentati in numerose colture ortive.

 

Tratto da:

  • articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 27/2014
    Biostimolanti su orticole per aumentare rese e qualità
    di R. Bulgari, G. Cocetta, A. Ferrante
  • volume Biostimolanti per un’agricoltura sostenibile
    di G. Colla e Y. Rouphael
    Edizioni L’Informatore Agrario (2019)