Sembra una big baler ma in realtà è l’innovativa pressa trainata del costruttore tedesco Krone, progettata per realizzare, direttamente in campo, pellet dalle andane di fieno e paglia. Attualmente in Italia sono presenti solamente due esemplari: abbiamo visionato quella utilizzata da un’azienda agricola veneziana che produce pellet per fini energetici.
Recentemente abbiamo potuto visionare al lavoro su paglia, una delle due pellettatrici Krone presenti su suolo nazionale, quella presso una Società agricola in provincia di Venezia che da circa 4 anni impiega la Krone Premos 5000 per la realizzazione di pellet da destinare agli impianti per la produzione di biometano. Un’operatrice che lavora circa 300 ha/anno.
Krone ha sviluppato due versioni di Premos, quella trainata (mobile) che necessita di trattori eroganti potenze superiori a 350 CV e dotati di trasmissione a variazione continua, come nel cantiere da noi visionato; e la versione stazionaria, per pellettare balloni prismatici (altezza 600-1.000 mm e lunghezza max di 1.200 mm) da sfaldare, azionata dal trattore. L’esemplare visionato, dal peso a vuoto di circa 18,5 t, si presenta con un telaio portante a longheroni poggiante su assale tandem sterzante con impianto di frenatura pneumatica, omologato per la circolazione stradale a vuoto fino a 40 km/ora. Nella parte anteriore troviamo il timone di traino al quale segue il gruppo di alimentazione e convogliamento del prodotto raccolto (pick up, nastri e rulli), i due grandi rulli matrice per la creazione del pellet e infine, nella parte posteriore, il cassone di raccolta da 9.000 L di capacità (equivalente a circa 5.000 kg di peso di prodotto raccolto).
Il cuore della Krone Premos 5000 è rappresentato dal sistema di pressatura composto da due rulli trafilatori detti anche tamburi matrice, sovrapposti con asse di rotazione orizzontale e trasversale rispetto alla direzione di avanzamento. Entrambi cavi e realizzati in acciaio, presentano una larghezza da 800 mm e un diametro di 1.000 mm. Sulla loro superficie sono presenti fori da 16 mm di diametro. Per effetto della rotazione contrapposta, il prodotto raccolto subisce una pressione di 2.000 bar. All’interno di ciascun rullo si viene così a formare il pellet la cui lunghezza può essere impostata in un range di 15-40 mm a seconda della distanza della posizione del raschiatore. Un’apposita coclea recupera il prodotto e lo trasferisce a un elevatore a tazze. Da qui prima di essere raccolto nella tramoggia posteriore, il pellet passa attraverso un rullo setacciatore che recupera residui e polvere da inviare nuovamente ai rulli matrice.
La prova, con le caratteristiche tecniche e le impressioni del tester, è pubblicata sul n. 9/2025 di MAD – Macchine agricole domani.
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