Si profila una situazione critica per gli investimenti in agricoltura: la manovra 2026 rischia di bloccare gli incentivi che hanno sostenuto l’innovazione negli ultimi anni.
Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, ha lanciato un allarme chiedendo interventi urgenti al Governo.
Incentivi a rischio nella Legge di Bilancio 2026
Il disegno di legge attualmente in Parlamento non rifinanzia il credito d’imposta ZES Sud Agricoltura né il Fondo Innovazione, strumenti che hanno garantito risorse importanti per il settore.

Inoltre, l’articolo 26 introduce il divieto di compensazione dei crediti d’imposta con i versamenti previdenziali e i premi Inail.
Questa misura potrebbe penalizzare le imprese agricole, già caratterizzate da una struttura fiscale semplificata.
Credito d’imposta Agricoltura 4.0: risorse insufficienti
Nemmeno il nuovo credito d’imposta Agricoltura 4.0, previsto all’articolo 96, sembra rassicurare gli operatori.
Lo stanziamento per il 2026 è limitato e la misura non sarà operativa prima del secondo trimestre, in attesa del decreto attuativo. “Accogliamo con favore la scelta del Ministro Francesco Lollobrigida di istituire uno strumento dedicato – ha dichiarato Andrea Borio, presidente di Federacma – ma con queste risorse l’impatto sarà pressoché nullo”.
Stop al Piano Transizione 5.0 e proroga delle consegne
A complicare il quadro, lo stop improvviso al Piano Transizione 5.0, che ha lasciato scoperte molte imprese con investimenti già avviati. Federacma chiede almeno 250-300 milioni per coprire le spese.
Inoltre propone di prorogare al 30 giugno 2026 il termine di consegna dei beni acquistati con credito d’imposta, oggi fissato al 31 dicembre 2025.
«Se non si interviene subito – conclude Borio – il 2026 si aprirà con un blocco totale degli investimenti agricoli».



