L’ottava edizione della rassegna biennale Agrilevante, in scena alla fiera di Bari dal 9 al 12 ottobre, prende il via con una buona notizia; le immatricolazioni di trattori in Italia, tra gennaio e settembre 2025, hanno segnato un 7,2% di incremento, con circa 12.700 unità immatricolate, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Si tratta di un segnale importante anche se sappiamo che le vendite vanno ancora molto a rilento e i concessionari denunciano stock, in qualche caso pesanti.
Alla fine del 2024 le registrazioni di trattori in Italia furono poco più di 15.400 con un calo di oltre il 12% rispetto al 2023. Mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno e un po’ più di 2.700 trattori da vendere per rivedere il segno positivo e l’inversione di tendenza.
Bene la performance dei trattori con pianale di carico che con 612 unità immatricolate in nove mesi dell’anno sono cresciuti del 50%. In aumento anche le vendite di telescopici che segnano un +4,7% e 826 unità immatricolate. Stabili i rimorchi con circa 6.000 le unità registrate mentre cedono un 15% le mietitrebbie, solo 200 quelle immatricolate tra gennaio e settembre.
I dati, del Ministero dei Trasporti ed elaborati dall’ufficio statistico di FederUnacoma, sono stati comunicati l’8 ottobre scorso durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna barese davanti ad una sala gremita di giornalisti, 120 quelli accreditati per questa edizione.
Un “faro” puntato sul Mediterraneo
Non è un mistero che da sempre Agrilevante abbia fatto dell’internazionalizzazione la sua bandiera puntando decisamente il suo “faro” sui paesi del bacino del mediterraneo che, in un mercato globale caratterizzato da tensioni geopolitiche, conflitti militari e guerre commerciali che frenano le attività economiche e riducono gli investimenti, dimostrano invece tenuta e dinamismo.
“Aree come quelle del Magreb in Nordafrica e dei Balcani in Europa – ha sottolineato nel suo intervento la presidente di FederUnacoma, Maria Teresa Maschio – dovrebbero chiudere l’anno con un incremento del prodotto interno lordo, rispettivamente al 4 e al 3%, superiore quindi sia a quello globale del 2,3% sia a quello dell’Ue, stimato all’1,1%”.
Percentuali che delineano un trend positivo anche nella vendita di macchine agricole che nell’area mediterranea hanno mostrato confortanti segnali positivi con incrementi, tra il 2019 e il 2024 in valore dal 12,3 a 16,4 miliardi di euro.
Interessante ricordare che, nel 2024, oltre il 60% della quota del mercato dell’area del bacino del mediterraneo è appannaggio di Francia, Italia e Spagna.
Le previsioni della società di ricerche Exportplanning per il 2028 indicano, rispetto al 2024, incrementi medi dell’1% per l’Europa mediterranea, dell’8% per i Balcani e del 6% per il Magreb; tra tre anni quindi, secondo queste analisi, l’intero mercato mediterraneo delle tecnologie per l’agricoltura dovrebbe raggiungere un valore di circa 17 miliari di euro, con un saldo positivo di circa 500 milioni rispetto al 2024.
Crollo dell’export verso gli Stati Uniti
Dopo l’iniezione di fiducia sullo sviluppo dell’agricoltura mediterranea arriva anche la nota dolente. Il clima di incertezza e la frammentazione dei mercati che caratterizzano l’economia mondiale si riflettono anche ovviamente sulle nostre esportazioni di macchine agricole, che già in calo del 15% nel 2024, cedono complessivamente, nei primi sei mesi del 2025 il 10,4%; il dato Istat sul mercato degli Stati Uniti dove le nostre imprese scontano l’effetto dazi è ancora più impietoso e segna un – 42,4%.
La missione di Agrilevante
“L’innovazione tecnologica è l’elemento che qualifica questa esposizione – ha detto Simona Rapastella, Direttore Generale di FederUnacoma – che vede esposti oltre 5.000 modelli di macchine e attrezzature per l’agricoltura specificamente rivolti all’agricoltura dell’Europa meridionale, dei Balcani, del Medioriente, del Nordafrica ed anche dell’Africa sub-sahariana”.
“La missione di Agrilevante è dunque proporre l’innovazione tecnologica come strumento per migliorare in modo sostanziale la produttività, la qualità e la sostenibilità delle produzioni agricole – ha concluso la direttrice generale – ma il salto di qualità dell’agricoltura mediterranea è possibile se queste innovazioni vengono adattate alle realtà produttive delle diverse aree del bacino, se vengono sostenute con politiche mirate, se si inseriscono in un contesto di cooperazione tecnica ed economica fra i Paesi che comprenda anche l’istruzione e la formazione professionale”
Marco Limina