La cosiddetta «risalita della responsabilità penale» è il fenomeno per cui la responsabilità penale può essere attribuita a chi commetta «direttamente» un reato, o anche «risalendo» ad altri soggetti ritenuti corresponsabili nella commissione del reato, in ragione del proprio ruolo di comando o di controllo sul responsabile diretto.
Il titolare deve fare attenzione a eventuali irregolarità compiute da altre imprese/aziende alle quali la sua impresa agricola abbia affidato l’incarico di eseguire lavori o servizi per proprio conto.
Occorre dimostrare di avere adottato tutte le cautele necessarie nell’avvalersi della collaborazione di altri imprenditori, in modo da non incorrere in responsabilità penali, con il rischio anche di decurtazione dei contributi erogati dalla Pac.
È importante vigilare sulla fornitura di manodopera, non solo per evitare l’eventuale impiego di dipendenti irregolari, ma anche per verificare la scrupolosa applicazione dei contratti nazionali di lavoro, la congruità della retribuzione e l’adeguatezza dell’orario di lavoro.
Un utile contributo alla diffusione della legalità in agricoltura viene dai cosiddetti «protocolli di filiera», stipulati fra le Prefetture e le Associazioni agricole, grazie ai quali i fornitori di manodopera assicurano condizioni di sicurezza sul lavoro, di regolarità retributiva e contributiva.
Quando un’azienda agricola decide di affidare lavori a una ditta esterna la soluzione alla quale ricorrere è il contratto di appalto, che, ai sensi della legge n. 199/2016 (cosiddetta Legge sul caporalato) deve essere «genuino», escludendo cioè qualsiasi forma di intermediazione illegittima di manodopera.