Rallenta la domanda, giù i prezzi per spot e Grana Padano

La produzione di latte in UE continua a essere ostacolata, anche per effetto delle politiche ambientali, dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese, con conseguenti tassi di crescita limitati.

A questo si somma la diffusione negli allevamenti europei di Bluetongue, afta epizootica e dermatite nodulare, che penalizzano ulteriormente le rese e rallentano gli scambi.

Dopo un biennio 2024-2025 caratterizzato da inflazione record, in particolare per burro e formaggi, negli ultimi mesi il mercato ha mostrato segnali di deflazione da domanda.

La domanda di prodotti UE risulta infatti rallentata non solo dall’inflazione, ma anche dai dazi statunitensi, da prezzi meno competitivi rispetto ad altre aree di esportazione e dal rafforzamento dell’euro.

I prezzi del burro, dopo aver superato gli 8 euro/kg tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, hanno registrato nell’ultimo mese un calo di circa il 20%. I prezzi della polvere di latte scremato, complice una domanda asiatica debole, sono scesi ai minimi dal 2020.

Sulla piazza di riferimento tedesca di Kempten, i prezzi di Edamer hanno segnato un calo del 16%.

I ribassi si sono trasmessi al mercato nazionale, con il latte spot quotato a Milano che rispetto ai picco di 67,75 euro/100 kg raggiunto a luglio ha segnato un –24%.

Primi ribassi – aggiunge Aretè – anche per il Grana Padano che, dopo un trend inflattivo di oltre due anni, da inizio settembre ha segnato un -3,7%.

Nel 2026 il mantenimento della fase deflattiva dipenderà dalla resilienza dell’offerta con prezzi esposti al ritorno della domanda.