
Il 28 maggio scorso l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici (Assalzoo), ha celebrato, a Villa Aurelia a Roma, i suoi 80 anni di attività.
Un traguardo che è diventato l’occasione per fare il punto, sulla base di uno studio di Nomisma, sul percorso evolutivo e sulle prospettive future del settore mangimistico italiano.
Fondata nel 1945 da Giorgio Mortari per modernizzare l’allevamento post bellico, Assalzoo ha visto la produzione di mangimi crescere esponenzialmente: da 300.000 tonnellate negli anni 50 alle attuali 15,5 milioni di tonnellate annue, con un fatturato di quasi 10 miliardi di euro e 9.000 addetti.
Il presidente di Assalzoo Silvio Ferrari ha evidenziato che «i pilastri del successo della mangimistica sono produttività, efficienza e qualità». La produttività è dimostrata dalla crescita esponenziale dovuta a professionalizzazione e innovazione del settore.
L’efficienza – che ha portato il settore mangimistico a «fare di più con meno» – è dimostrata dalla riduzione degli indici di conversione che, negli anni 60 per gli avicoli era >6 (ovvero 6 kg di mangimi per ottenere 1 kg di aumento di peso vivo del capo), per i suini >4,7 e per i bovini >8; attualmente, anche grazie ai miglioramenti genetici delle specie allevate, questo indice si è notevolmente abbassato: 1,6 per gli avicoli, 2,7 per i suini e 6 per i bovini.
La qualità si riflette nel miglioramento del benessere animale e dei prodotti finali; ad esempio, agli inizi degli anni 60 un bovino da latte produceva circa 4.127 kg di latte e questo aveva una percentuale di grasso del 3,19%; nel 2023 i dati si assestano a 9.932 kg con il 3,90% di grasso e il 3,40% di proteine. «Il futuro – ha concluso Ferrari – vedrà il rafforzamento di questi tre principi tramite automazione, precision feeding e mangimi funzionali».
«L’apporto della mangimistica alla crescita zootecnica – ha detto il presidente di Nomisma Paolo De Castro, nel corso della tavola rotonda – rappresenta un tassello fondamentale per il successo del cibo italiano a livello mondiale, vero tratto distintivo del made in Italy».
Cristiano Fini (Cia-Agricoltori) ha definito la mangimistica «ingranaggio indispensabile» per il sistema agroalimentare, Massimiliano Giansanti (Confagricoltura) ha rimarcato il rapporto tra mangimistica italiana e performance produttive dei capi alle-vati, mentre Ettore Prandini (Coldiretti) ha invitato a puntare su un modello zootecnico sostenibile, competitivo e trasparente, in cui ogni componente della filiera contribuisca a generare valore per i produttori, i consumatori e l’ambiente.
In conclusione, gli 80 anni di Assalzoo testimoniano la resilienza e la proattività di un settore fondamentale per l’agroalimentare italiano. Le future sfide richiederanno un costante adattamento, innovazione sostenibile e un forte dialogo tra tutti gli attori della filiera per consolidare il contributo irrinunciabile della mangimistica alla sicurezza alimentare e alla qualità del made in Italy globale.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 21/2025
In crescita l’industria mangimistica trainata dall’innovazione
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