Il Sistema di qualità nazionale del benessere animale (Sqnba) è oggetto di critiche da parte degli organismi di rappresentanza della zootecnia nazionale.
L’Aop Italia zootecnica, il 6 agosto, ha inviato una missiva ai ministri Franceso Lollobrigida (Masaf) e Orazio Schillaci (Ms) rilevando le criticità di Sqnba ed evidenziando la mancata notifica a Bruxelles delle note tecniche (ovvero dei disciplinari) legate al decreto interministeriale «Sqnba» del 24 ottobre 2024, che pertanto non sono applicabili.
Allo stesso tempo, gli allevatori mostrano scarso interesse nei confronti del nuovo dispositivo di certificazione che, nelle intenzioni, dovrebbe generare vantaggi economici per gli operatori, ma che invece è percepito come costoso, complesso e scarsamente utile.
Gli allevatori aderenti alla certificazione Sqnba disposti ad assicurare prestazioni aggiuntive in termini di pascolamento degli animali hanno la possibilità di accedere a uno degli Ecoschemi previsti nell’ambito dei regimi ecologici della Pac 2023-2027.
A tale riguardo il Piano strategico nazionale prevede contributi indicativi di 240 euro/Uba per i bovini da latte, da carne e a duplice attitudine e 300 euro/Uba per i suini allevati in condizioni semibrade.
Nei primi due anni di applicazione della Pac 2023 e 2024 l’Ecoschema 1 livello 2 ha avuto un grande successo, a tal punto che i premi riconosciuti sono stati di gran lunga inferiori a quelli promessi.
Poche adesioni e molte «diserzioni»
In base ai dati Agea Coordinamento, che considera le potenziali adesioni all’Ecoschema 1, livello 2 e, quindi, solo a una componente della platea di allevamenti interessati dal Sqnba, alla data del 21 agosto scorso, risultano soltanto 243 adesioni agli organismi di certificazione, su un totale di oltre 27.000 potenziali partecipanti.
Gli agricoltori che nel 2023 e nel 2024 si sono impegnati in questo intervento della Pac, da quest’anno vi hanno rinunciato, perché non disposti a rispettare i requisiti previsti nei disciplinari produttivi e a sostenere i costi di certificazione in cambio di vantaggi economici (di sicuro solo l’aiuto Pac) considerati insufficienti.
Gli allevatori si lamentano per il numero eccessivo di parametri da rispettare, per la rigidità delle regole, per i non trascurabili costi di conformità e di certificazione, per gli investimenti di adeguamento da realizzare.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 27/2025
Adesione minima al Sistema di qualità benessere animale
di E. Comegna
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario