Viticoltura meccanizzata, come progettare il vigneto

Impianto di un vigneto

La viticoltura degli ultimi decenni è caratterizzata da un sempre maggiore impiego delle macchine, dalla gestione del suolo alla potatura, sino alla raccolta. La meccanizzazione infatti rappresenta l’unica possibilità per fronteggiare la scarsità di manodopera e garantire l’esecuzione tempestiva degli interventi agronomici.

Per massimizzare l’efficienza delle macchine è fondamentale il corretto impianto del vigneto, che deve essere il più possibile compatibile con il loro impiego. Di seguito vengono analizzati gli aspetti principali da considerare.

Sistemazione del terreno

La sistemazione dei terreni collinari (dove pendenze e irregolarità sono un limite alla meccanizzazione) può essere a:

  • rittochino;
  • girapoggio;
  • cavalcapoggio;
  • ciglioni;
  • terrazzi.

Molto meno problematica è la sistemazione dei terreni in pianura. Infatti, la presenza dei fossi può essere sostituita dal drenaggio sotterraneo per eliminare tare improduttive e intralci all’operatività.

Sistema di allevamento

I sistemi di allevamento che possono essere integralmente meccanizzati sono:

  • sistemi a cordone permanente;
  • CLST (cordone libero a speronatura totale);
  • Sylvoz.

Il Guyot non può essere meccanizzato relativamente alla potatura invernale poiché richiede operazioni manuali su tralcio rinnovato.

Cordone permanente
I sistemi di allevamento a cordone permanente consentono di meccanizzare anche la potatura invernale.

Dimensioni filare

  • l’altezza deve essere compatibile con l’impiego delle attrezzature scavallanti, in particolare vendemmiatrici;
  • l’altezza del filo portante deve essere impostata in modo da consentire agli operatori di lavorare in posizione ergonomica;
  • la lunghezza: deve garantire stabilità rispetto a vento e carico produttivo e considerare la capacità di raccolta delle vendemmiatrici.

Sesto di impianto

Riguardo alla distanza tra le viti:

  • sul filare viene impostata in funzione della vigoria della combinazione vitigno/portinnesto;
  • tra i filari vanno considerati il sistema di allevamento, le caratteristiche pedoclimatiche dell’ambiente di coltivazione e lo sviluppo della chioma, tenendo conto dell’ingombro dei trattori e delle attrezzature.

Materiali e accessori

Sul piano dei materiali costruttivi, i pali devono essere resistenti:

  • a compressione;
  • a flessione;
  • urti accidentali inferti da scuotitori delle vendemmiatrici e organi tastatori delle attrezzature interceppo.

Attualmente, i più utilizzati sono in acciaio zincato o in corten, sagomati a C o a Ω.

Analogamente, i fili devono resistere alla rottura, alla corrosione e il loro allungamento deve essere contenuto per garantire l’adeguato tensionamento della struttura.
Inoltre, gli accessori a corredo della struttura non devono rappresentare un ostacolo all’impiego delle attrezzature.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38-39/2025
Viticoltura meccanizzata, come progettare il vigneto
di R. Castaldi
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