Uve più equilibrate con la zeolite contro lo stress idrico

L’aumento delle temperature assieme all’irregolarità e scarsità delle precipitazioni derivanti dai cambiamenti climatici probabilmente renderanno gli eventi di siccità più frequenti in molte regioni, aumentando la domanda di risorse di acqua e creando grandi sfide per la viticoltura. La disponibilità di acqua infatti è probabilmente il fattore ambientale più importante che limita la crescita e la produttività delle colture.

In tale contesto si rendono necessarie strategie di adattamento nella gestione del vigneto e la zeolite può rappresentare una valida possibilità.  Allo scopo di verificarlo in campo, nel 2020 il gruppo di ricerca dell’Università di Firenze, ha impostato nel Chianti (San Miniato, Pisa) una sperimentazione mettendo a confronto due tesi con 10 ripetizioni:

  • trattamento con zeolite: applicazione al suolo di 10 tonnellate a ettaro di zeolite (clinoptilolite);
  • trattamento con compost: applicazione al suolo di 20 tonnellate a ettaro di compost.

La prova sperimentale è stata condotta su viti di Sanforte allevate a controspalliera e potate a cordone speronato.

Parametri qualitativi

I risultati degli scambi gassosi mostrano un’attività fotosintetica stagionale significativamente superiore nel trattamento con zeolite rispetto al compost, durante il periodo più caldo.
Inoltre, la tesi zeolite presenta valori tendenzialmente superiori di conduttanza stomatica in confronto a compost nello stesso periodo.

La tesi compost inoltre, durante il mese di agosto, ha presentato valori di fotosintesi e conduttanza stomatica che indicano uno stato fisiologico di stress delle piante; in particolare questo si denota dalla conduttanza stomatica che scende sotto il valore soglia di 100 mmol/m²s. Quindi si può affermare che i diversi trattamenti hanno influenzato gli scambi gassosi.

Per quanto riguarda il potenziale idrico, l’applicazione con clinoptilolite ha influito positivamente sullo stress idrico riducendone gli effetti. La tesi non trattata con zeolite mostra infatti un potenziale idrico più negativo, sintomo di maggiore stress idrico.

Per quanto riguarda le analisi tecnologiche, i valori di pH e acidità non mostrano differenze significative tra le tesi, mentre si assiste a un maggior °Brix per la tesi zeolite. Per quanto riguarda l’analisi dei composti fenolici si è osservata una maggior sintesi di composti secondari nella tesi zeolite, rispetto alla tesi compost che presenta valori significativamente minori di antociani totali e polifenoli totali.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 23/2021
Uve più equilibrate con la zeolite contro lo stress idrico
di E. Cataldo, L. Salvi, F. Paoli, M. Fucile, G. Masciandaro, D. Manzi, C.M. Masini, G. B. Mattii
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