Le conseguenze del meteo sulla vite

La diffusa e prolungata siccità e le elevate temperature estive hanno influenzato fortemente l’annata 2022, caratterizzata da anticipi fenologici in fase vegetativa e decorsi anomali della maturazione delle uve.

Inquadramento meteorologico generale

Dopo un autunno 2021 relativamente ricco di precipitazioni, da dicembre 2021 si è periodicamente riproposto sull’Europa occidentale un promontorio anticiclonico subtropicale di blocco da Sud-Ovest, proteso dall’Oceano Atlantico meridionale verso il centro Europa.

Tale struttura meteorologica, il cui lungo persistere è attestato dal fatto che si coglie con evidenzia anche sulla carta del valore medio annuale, ha dato luogo a un’anomalia positiva della pressione che favorisce condizioni di siccità poiché le perturbazioni atlantiche si trovano la strada sbarrata e non possono accedere al Mediterraneo.

Inoltre, nell’anticiclone la massa d’aria tende a scendere, il che da un lato impedisce la formazione di nubi e dall’altro produce riscaldamento per compressione, dando luogo a un’anomalia termica positiva che è acuita dagli elevati livelli di soleggiamento. La carenza di precipitazioni sull’Italia è stata analizzata utilizzando come periodo di riferimento l’anno idrologico, che per convenzione comincia il 1° ottobre e arriva al 30 settembre dell’anno successivo.

Nel grafico si mostrano le precipitazioni medie sul Nord Italia degli anni idrologici dal 1902 al 2022.

Tale diagramma mette in luce alcune cose a nostro avviso molto importanti e cioè:

• sussiste una grande variabilità pluviometrica da un anno idrologico all’altro, con anni poveri di pioggia spesso seguiti da anni ricchi;

• le precipitazioni sul Nord Italia non sono in calo ma viceversa sono grossomodo stazionarie come mostra l’interpolante lineare (linea in violetto nel grafico);

• le 10 annate a piovosità più scarsa (barre rosse del grafico 1) si distribuiscono con una certa regolarità lungo la serie (6 cadono prima del 1950). Analogamente 4 delle 10 annate più piovose (2014, 2013, 2010 e 2009) cadono dopo il 2000. Tutto ciò consente di affermare che non si può in alcun modo parlare di un accentuarsi degli anni a piovosità scarsa nei decenni più recenti;

• con la sola eccezione del biennio 1944-1945 (particolarmente negativo e che restò nella memoria di molti) non è più accaduto che un’annata molto povera di pioggia sia seguita da un’altra annata con analoghe caratteristiche. A ciò si aggiunga che l’ultimo ventennio presenta temperature di circa 2 °C superiori a quelle del trentennio 1951-70. Ciò incrementa l’evapotraspirazione da coltura di riferimento di circa 40-50 mm rispetto a una media annua che in Pianura Padana per il periodo 1951-1970 era di 850-900 mm (stime seguite con il metodo di Hargreaves e Samani). Si tratta di un incremento sensibile ma non certo rilevante.

Sussiste una grande variabilità pluviometrica da un anno idrologico all’altro, con anni poveri di pioggia spesso seguiti da anni ricchi; le 10 annate a piovosità più scarsa si distribuiscono con una certa regolarità lungo la serie (6 cadono prima del 1950). analogamente 4 delle 10 annate più piovose (2014, 2013, 2010 e 2009) cadono dopo il 2000. tutto ciò consente di affermare che non si può in alcun modo parlare di un accentuarsi degli anni a piovosità scarsa nei decenni più recenti.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 6/2022
La siccità si sente soprattutto al Nord
di L. Mariani, G. Cola
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