Bruxelles espone il riso all’import extra UE

Il settore risicolo europeo è sotto pressione dopo l’esito del Trilogo del primo dicembre tra Parlamento, Consiglio e Commissione UE. L’accordo sul Sistema di preferenze generalizzate (Spg) lascia i produttori senza una vera clausola di salvaguardia, esponendo il comparto alla concorrenza dei grandi esportatori asiatici.

Clausola di salvaguardia inefficace

Il meccanismo previsto scatterà solo al superamento di 561.000 t di importazioni, soglia calcolata sulla media decennale (387.000 t) aumentata del 45%. Un livello molto più alto rispetto ai 200.000 t proposti dai Paesi UE produttori.
Inoltre, il contingente tariffario entrerà in vigore solo dall’anno successivo al superamento, rendendo lo strumento praticamente inutile.

Proteste e richieste di modifica

L’Ente nazionale risi parla di «epilogo amaro» e denuncia una «clausola-fantasma». Coldiretti e Filiera Italia chiedono una tutela reale contro importazioni da Paesi «lontani dagli standard UE». Per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, l’accordo «danneggerà non solo il nostro sistema produttivo, ma anche quello di altre otto Nazioni». Confagricoltura e Cia definiscono l’intesa «quanto di peggio il settore potesse aspettarsi». Le ultime speranze sono legate ai prossimi passaggi in Commissione INTA e in Plenaria al Parlamento europeo.

Mercato e prospettive

Intanto, l’Ente risi segnala rese in calo per le grandinate di settembre, compensate dall’aumento delle superfici seminate (+4%). Il raccolto 2025 dovrebbe crescere leggermente, con oltre 835.000 t di riso lavorato e uno stock di 244.000 t, in aumento del 17% rispetto all’anno scorso. Tuttavia, la disponibilità complessiva, stimata in 1,3 milioni di tonnellate, ha già spinto i listini al ribasso nelle Borse risi.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 41/2025
Bruxelles espone il riso all’import extra UE
di F.Pi.
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario