Le operazioni di trebbiatura e trinciatura del mais in Pianura Padana non sono ancora terminate, ma abbiamo cercato lo stesso di raccogliere le prime impressioni su quantità e qualità del raccolto in corso.
Iniziamo col constatare che i prezzi di mercato sono al momento un po’ più interessanti rispetto alle scorse settimane, con la granella di mais convenzionale che si aggira sui 240 euro/t (partenza centro di essiccazione) e il mais «con caratteristiche» che vale invece tra 260 e 270 euro/t.
Cominciano però le prime problematiche di natura sanitaria, che limiteranno di molto l’offerta di granella destinata agli allevamenti di vacche da latte e all’alimentazione umana.
L’estate molto calda e asciutta ha infatti favorito la contaminazione da diverse micotossine, le quali − come ormai in ogni campagna − non si limitano solo alle aflatossine, ma abbracciano tutta la categoria (deossivalenolo, zearalenone, ecc.).
La situazione attuale nei principali areali
Di seguito una rapida carrellata sulla situazione nei diversi areali:
In Piemonte la raccolta di mais è al 30-40% e, con meteo favorevole, potrebbe chiudersi in dieci giorni. Le produzioni risultano inferiori del 10% rispetto al 2024 per scarsa emergenza primaverile. Si segnalano chicchi alterati fino al 5% per fusariosi con rischio DON e ZEA, mentre fumonisine e piralide restano critiche nei non trattati. Le aflatossine sono contenute dove è stato possibile irrigare.
In Lombardia la raccolta è al 90% nelle aree di pianura, con rese elevate oltre 15 t/ha ma con aflatossine distribuite in modo puntiforme e difficili da gestire. L’irrigazione ha sostenuto le produzioni, mentre nelle zone non irrigue del Mantovano Sud rese e sanità risultano molto più compromesse.
Nel Nord-Est il Veneto presenta uno scenario simile a quello lombardo con raccolta in fase di chiusura. In Friuli le rese sono buone nelle aree irrigue, più contenute nel Pordenonese (110-120 q/ha in granella, 600 q/ha in trinciato). A Udine la raccolta è solo all’inizio ma le prospettive sono positive.
In Emilia-Romagna la situazione è più difficile: in particolare a Ferrara e Rovigo la scarsa qualità sanitaria costringe molte aziende a conferire il raccolto ai biodigestori con ricavi bassi. Le rese sono penalizzate dall’emergenza disomogenea delle piante causata dalle scarse precipitazioni primaverili.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2025
Allerta sanità per il mais 2025
di H. Lavorano
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