Giunti ormai alla conclusione della commercializzazione del prodotto italiano e, in generale, di quello proveniente dell’emisfero Nord, è possibile provare a fare un primo punto della situazione per il kiwi osservando dove sta andando il mercato con alcuni tra i principali player sul mercato assieme a nuovi attori che hanno cominciato a muovere i primi passi proprio quest’anno.
Jingold: focus su Grecia e polpa rossa
Con la commercializzazione delle varietà verdi agli sgoccioli ed esaurita invece quella dei kiwi gialli e rossi, Jingold ha chiuso la stagione positivamente con più di 30.000 t e un fatturato attorno agli 85 milioni di euro.

Il Consorzio, nato nel 2001, negli anni è diventato un punto di riferimento per l’innovativa varietà rossa, ma soprattutto il marchio con più varietà presenti sul mercato. Il kiwi a polpa gialla, che rimane il prodotto più importante di Jingold, ha superato le 22.000 t immesse sul mercato tra convenzionale e biologico, a seguire quello a polpa verde che ha toccato quota 6.000 t, fino ad arrivare a Exotic Red, quella rossa, che cresce ed è in fase di piena espansione e ha raggiunto le 2.000 t, consentendo un lavoro sempre più continuativo e strutturato con le insegne della gdo sia italiana sia (soprattutto) europea, considerando la grande vocazionalità all’export del Consorzio.

Nell’emisfero Nord i Paesi produttori, oltre all’Italia, sono Spagna, Portogallo e Grecia e le prospettive ora sono di crescita, come ha affermato recentemente Cristina Fabbroni, technical manager di Jingold: «A oggi abbiamo circa 2.150 ha di kiwi a polpa gialla nell’emisfero Nord e l’obiettivo è di arrivare a quota 3.000 ha nei prossimi anni. Sul kiwi rosso invece prevediamo di raddoppiare le superfici, passando dagli attuali 250 a 500 ha». A proposito di investimenti, tra rafforzamento dei rapporti con partner commerciali e messa a dimora di nuovi impianti, un Paese nei confronti del quale cresce l’interesse e lo sviluppo per Jingold è la Grecia. In questo Paese Jingold sta investendo nel rafforzamento dei rapporti con i partner commerciali e nella messa a dimora di nuovi impianti. «La Grecia offre un ottimo potenziale sia in termini produttivi, soprattutto per il kiwi verde di qualità e di calibro medio-elevato, sia logistici – aggiunge Fabbroni – anche se non mancano le sfide».
Zespri: nuovi ettari di SunGold anche in Italia
Ancora la Grecia, ma non solo, è al centro dell’attenzione del colosso mondiale del kiwi, ovvero la neozelandese Zespri Kiwifruit: 2.800 coltivatori in Nuova Zelanda, 1.500 coltivatori nel mondo, nella scorsa stagione 2023- 2024 più di 160 milioni di vaschette di Zespri Green, RubyRed™ e SunGold commercializzate in più di 50 mercati con un fatturato complessivo di 4,21 miliardi di dollari (neozelandesi).

Numeri importanti, che sono destinati a crescere considerando che nel 2024 i produttori neozelandesi hanno approvato, prima di tutto, l’ampliamento della fornitura globale in Grecia che, secondo quanto ha recentemente affermato Nick Kirton, executive officer – Northern Hemisphere Supply di Zespri «è un luogo ideale per la coltivazione di questo frutto grazie alla ricchezza del suolo e alle condizioni climatiche favorevoli e consentirà una fornitura di 12 mesi di kiwi Sun- Gold».

Ma non basta, perché il piano di espansione prevede anche l’introduzione di nuovi ettari, sempre di Zespri SunGold, anche in Italia, Francia, Giappone e Corea: si tratta di 420 ha complessivi, la cui messa a dimora è iniziata quest’anno. Intanto, a metà aprile, è iniziato l’arrivo del prodotto neozelandese sui mercati europei e le previsioni sono di un’ulteriore crescita rispetto al già ottimo 2024: +3,9% per tutte le varietà a fronte di un moderato aumento produttivo che porterà a prevedere 205 milioni di vaschette grazie a condizioni climatiche favorevoli. «Negli ultimi mesi abbiamo continuato a registrare una forte domanda in Europa – ha aggiunto Nikki Johnson, acting general manager Europe di Zespri – il che ci pone in una posizione di forza mentre iniziamo a passare alla frutta coltivata in Nuova Zelanda nelle prossime settimane».
Kikokà: progetto internazionale che parla italiano
Al debutto nel 2025 con le prime 1.500 t commercializzate, Kikokà è un nuovo player del mondo dei kiwi (giallo) con visione e prospettive internazionali ma che parla decisamente italiano, a partire dal presidente Andrea Peviani e dal ceo Fabio Zanesco, ex direttore commerciale del Consorzio VIP. «È andata bene, le prime 1.500 t cominciano a essere una produzione che si nota. Abbiamo lavorato dalla fine di febbraio fino a circa la metà di aprile a seconda delle destinazioni: Italia, Germania, Scandinavia e Benelux con alcuni test di spedizione anche oltremare, per esempio Brasile, Arabia, Messico» ci spiega Zanesco.

Il Consorzio europeo Kikoká è nato circa un anno fa e vede 11 soci fondatori: per l’Italia Apo Scaligera (Zevio, VR), Clementi (Laives, BZ), Kiwi Uno (Verzuolo), OP Armonia (Battipaglia, SA), Peviani (Siziano, PV), Rivoira (Verzuolo, CN) e Zeoli Fruit (Cisterna di Latina). Poi le francesi Innatis (Angers) e Savajols (St.Rambert d’Albon), la spagnola Surexport (Siviglia) e infine la greca Zeus Kiwi (Katerini). Chi ha la Master License a livello mondiale è il Gruppo Rivoira, mentre le due varietà a polpa gialla al momento commercializzate (AC 501 022 e AC 497 076) sono state brevettate dall’Università di Udine.

Le caratteristiche principali: grande resilienza alla batteriosi (PSA) e alla moria, epoca di raccolta a metà settembre e metà ottobre; ottima conservabilità e durata di conservazione, si va da una shelf life di 90 giorni ad una di 180, con un grado Brix che arriva anche a più di 17. Caratteristiche che rendono ideali i kiwi Kikokà nella seconda parte della stagione: «Ci concentreremo a rafforzarci in questo periodo, quando c’è sicuramente spazio di mercato, mesi molto interessanti prima che arrivi la produzione dell’emisfero Sud». Il programma prevede di arrivare a 5000 t con il raccolto del 2025 e a 11.000 nel 2026. È ottimista Zanesco perché sul kiwi giallo l’offerta non è ancora sufficiente a coprire la domanda, ma è essenziale lavorare sulla qualità. «Il mercato cresce e ha sicuramente grandi potenzialità anche perché ci sono ottimi riscontri sul kiwi giallo. Va detto che l’attuale marchio leader ha fatto tanto lavoro per far conoscere il prodotto; quindi, gli spazi ci sono solo se si riesce a garantire al 100% la qualità, visti i costi allo scaffale del kiwi giallo».
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 18/2025
Futuro giallo e rosso per il mercato dell’actinidia
di A. Franceschini
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