Scorte di olio evo italiano ai minimi, prezzi ai massimi

Le scorte di olio evo 100% italiano da agricoltura convenzionale di fine febbraio 2025 registrano una riduzione del 40% rispetto allo stesso periodo del 2024: 80.000 t circa contro le 135.000 t del 2024.

Anche gli stoccaggi dell’olio 100% italiano bio di fine febbraio 2025 sono in forte calo (– 45%): 13.500 t in meno rispetto a febbraio 2024.

I dati delle giacenze di prodotto sono quelli pubblicati dal Dipartimento dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi) nel report «Frantoio Italia» al 28 febbraio 2025.

Il confronto tra i dati delle giacenze estratte alla stessa data (da un anno all’altro) dimostra come pure gli stoccaggi degli oli in attesa di classificazione nei frantoi siano calati, passando da 6.026 t rilevate a fine febbraio 2024 a 4.303 t rilevate a fine febbraio 2025, –29%.
Analizzando il dato per singolo territorio regionale si rileva una netta contrazione produttiva in tutte le principali regioni del Sud Italia (in particolare Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) che complessivamente perdono 1.894 t di prodotto stoccato nei frantoi regionali.
Le perdite al Sud oscillano percentualmente dal –22% della Calabria al –78% della Basilicata.
Nel resto dei territori vanno bene gli stoccaggi di prodotto in Toscana e Liguria, che seppur con quantitativi non particolarmente importanti sostengono la media nazionale con percentuali in rialzo, registrando complessivamente un aumento di potenziale pari a 120 t.

I prezzi dell’olio italiano e spagnolo

Lo scenario dei prezzi rilevati a marzo 2025 sia in Italia sia in Spagna sembra in linea con le stime di settembre 2024. Trainati dagli ammanchi degli stoccaggi, i prezzi dei prodotti italiani risultano sostanzialmente in crescita, mentre quelli del prodotto spagnolo perdono terreno. Il prodotto extravergine spagnolo perde valore complessivamente pari a –52,4%, mentre il prezzo dell’olio italiano scende di solo il 2,2%. Al contrario, il segmento dell’olio lampante, che fino all’anno scorso aveva registrato crescite anomale ed esponenziali, ha ridimensionato sostanzialmente il prezzo, sia sulla piazza spagnola sia italiana, con cali pari al 58%.
In Italia il prezzo del prodotto extravergine, nelle varie piazze di prodotto all’ingrosso, si attesta intorno ai 9 euro/kg con picchi fino a 12, ma più rari.

Dinamiche difficili da prevedere

L’andamento della campagna ha riportato i mercati a una connotazione più consueta, rispetto a quanto abbiamo assistito nella precedente annata; tuttavia, lo sbilanciamento tra prezzo di prodotto spagnolo e italiano potrebbe alimentare dinamiche non semplici da prevedere per poter progettare acquisti o approvvigionamenti da parte delle imprese confezionatrici.
Le azioni future possono essere condizionate anche dalle scelte dei mercati e dai venti di conflitti internazionali tra Occidente e Oriente. Il fronte degli andamenti colturali e climatici è altrettanto importante per poter programmare scelte agronomiche in grado di compensare o anticipare quelle che dovranno essere effettuate sul fronte commerciale. In tal senso, si dovrà tener conto del fatto che quest’anno le scorte di prodotto extravergine di oliva 100% italiano e biologico non saranno in grado di mitigare il divario rispetto al prodotto di origine spagnola e dovranno, in ogni caso, essere utilizzate per assolvere alle consuete commesse aggiudicate nei mercati, domestici ed esteri.
Vedremo nei prossimi mesi, ragionevolmente entro giugno, come i confezionatori italiani sapranno reagire al quadro complessivo
riorganizzando le logiche commerciali fronteggiando anche questo particolare periodo storico.

 

Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 17/2025
Forte contrazione delle scorte di olio evo italiano nel 2025
di F. Grillo Spina
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