Nel periodo di programmazione 2028-2034, gli agricoltori italiani dovranno fare i conti con una riduzione di circa un miliardo di euro l’anno di risorse a disposizione per la Pac, rispetto a una dotazione media annuale oggi disponibile pari a 5.419 milioni di euro.
Manca circa un quinto dello stanziamento e sarà difficile che tali perdite possano essere recuperate, attingendo dalla parte libera del Fondo unico che è pari a 52,7 miliardi di euro per l’Italia (7,5 miliardi in media ogni anno), da utilizzare per le politiche sociali, di transizione e di sviluppo regionale.
I conteggi sono stati eseguiti dopo che la Commissione europea ha comunicato, il 17 settembre scorso, la ripartizione tra i 27 Paesi membri della dotazione minima da utilizzare per le misure del sostegno al reddito della Pac, con l’assegnazione all’Italia di 31 miliardi di euro per l’intero settennio di programmazione, pari a un contributo medio annuale di 4.429 milioni di euro.
La dotazione media annua ammonta a 4.429 milioni di euro, a fronte di una spesa sostenuta per le stesse operazioni di 5.419 milioni nel corrente periodo di programmazione.
Il deficit è di 990 milioni di euro, pari al 18,3%.
18 interventi
La futura Pac si compone di 18 interventi, di cui 13 da applicarsi in modo obbligatorio a livello nazionale (ad esempio i pagamenti diretti a superficie, il sostegno ai giovani, le misure ambientali, la gestione del rischio) e 4 a programmazione facoltativa (indennità per effetto di requisiti obbligatori, servizi di sostituzione, Leader, iniziative di cooperazione locale).
C’è poi il caso atipico degli interventi settoriali della Pac (vino, ortofrutta, ecc.) che hanno alcuni elementi obbligatori e altri facoltativi.
I 31 miliardi di euro assegnati all’Italia sono la dotazione minima di risorse da utilizzare per finanziare i 12 interventi del sostegno al reddito.
Difficile recuperare altri fondi
Essendo una dotazione minima riservata, vi sarebbe la possibilità di pescare dalla parte rimanente del Fondo unico, ma l’impresa si annuncia ardua.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2025
Per l’Italia la nuova Pac vale il 20% in meno
di E. Comegna
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