Bayer Crop Science, l’Italia mantiene un ruolo strategico

Nei 125 anni di storia di Bayer Italia la divisione Crop Science ha saputo accompagnare la crescita del settore primario nel nostro Paese fornendo soluzioni innovative in grado di dare risposte concrete alle numerose sfide che nel corso degli anni gli imprenditori agricoli si sono trovati ad affrontare. In occasione dell’evento celebrativo del 125° anniversario, tenutosi lo scorso 3 luglio a Milano, abbiamo incontrato Patrick Gerlich, che da agosto 2023 ricopre il ruolo di amministratore delegato di Bayer Crop Science nel nostro Paese.

Gerlich ha assunto incarichi chiave in diversi Paesi supportando tra l’altro il progetto di acquisizione della società Monsanto.

Dott. Gerlich, 125 anni rappresentano un importante traguardo. Che ruolo riveste oggi l’Italia per la divisione Crop science di Bayer?

L’Italia continua a mantenere un ruolo strategico per Bayer Crop Science in termini di fatturato, marginalità, ricerca e sviluppo, grazie a un’offerta completa di prodotti per la difesa, genetica (con i marchi Seminis e De Ruiter per le orticole e Dekalb per il mais) e soluzioni digitali.

Se pensiamo al settore della ricerca, le sedi italiane hanno un ruolo chiave per il mercato europeo e del bacino del Mediterraneo: a Latina, ad esempio, abbiamo un importante centro di miglioramento varietale di colture quali anguria, brassiche, finocchio, melanzana, melone, peperone e pomodoro, nel quale sono stati effettuati importanti investimenti. Lo stesso vale per il Centro di ricerche di Olmeneta (Cremona), sito di eccellenza dove vengono selezionati i migliori ibridi di mais adatti all’ambiente di coltivazione del Sud Europa.

Non vanno, infine, dimenticati i cinque centri sperimentali in Trentino, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia dove vengono testati nuovi agrofarmaci o biologicals destinati al mercato europeo.

Agrofarmaci, sementi, soluzioni digitali. Quale di questi tre settori è trainante oggi per Bayer crop science?

Nei prossimi 2-3 anni prevediamo che la crescita maggiore per Bayer deriverà dalla genetica grazie agli investimenti che stiamo portando avanti, ma anche all’impatto regolatorio che sta condizionando il settore degli agrofarmaci.

Una crescita, ci aspettiamo, legata soprattutto alla coltura del mais dove abbiamo recentemente lanciato il nostro ibrido a taglia bassa (Smart Corn), in grado di ridurre il baricentro del 30% rispetto agli ibridi convenzionali. Questa tecnologia assicura una maggiore resistenza all’allettamento e un incremento di amido e fibra altamente digeribile in grado di aumentare la produttività nelle vacche da latte. Il 2025 è stato il primo anno di commercializzazione su ampia scala, con positivi riscontri da parte degli agricoltori.

Parlando di genetica un’interessante filone di ricerca è rappresentato dalle TEA (Tecnologie di evoluzione assistita). Qual è la vostra posizione?

Riteniamo che qualsiasi innovazione sia la benvenuta, per questo motivo come Bayer stiamo lavorando su questa tecnologia negli Stati Uniti. In Europa è necessario introdurre un adeguato quadro normativo, che ne permetta l’autorizzazione e allo stesso tempo il riconoscimento della proprietà intellettuale, senza la quale faremo fatica a essere competitivi.

In ambito agrofarmaci come vi state muovendo?

Nel breve termine stiamo sviluppando una serie di soluzioni alternative ai tradizionali prodotti di sintesi chimica, dove ci aspettiamo un’interessante crescita nei prossimi anni. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla linea Vynyty, un’innovativa soluzione per la confusione sessuale su diverse colture recentemente introdotta in Italia. Parallelamente sono in fase avanzata di sviluppo diverse soluzioni per il controllo delle malattie fungine, degli insetti e delle infestanti, che contiamo di lanciare nei prossimi anni. In generale il nostro approccio è quello di aiutare gli agricoltori ad affrontare le nuove sfide, non ultima quella del cambiamento climatico.

Qual è la vostra posizione nel settore dei biostimolanti?

Si tratta di un settore complesso che stiamo attenzionando, dove è tanta la concorrenza. Sono prodotti che si inseriscono in una strategia colturale ma che richiedono un corretto posizionamento e utilizzo. Come novità del nostro catalogo inseriremo Ambition Algae, un nuovo biostimolante in grado di incrementale la resistenza alla siccità.

L’agricoltura rigenerativa è divenuta un’esigenza dell’agricoltura del futuro. Qual è il vostro impegno in tal senso?

Bayer è pioniera nel fornire tecnologie e trasferire i principi dell’agricoltura rigenerativa alle aziende agricole attraverso iniziative concrete. Ne è un esempio il progetto «Rigenerare per crescere», lanciato attraverso incontri in Toscana, Piemonte e Veneto. L’obiettivo di questi eventi è stato quello di condividere conoscenze, esperienze e soluzioni sulla viticoltura rigenerativa: un vero e proprio dialogo aperto per costruire insieme ad aziende e partner il presente e il futuro del settore. Altro esempio è rappresentato dal nostro mais a taglia bassa, una soluzione che grazie alle sue caratteristiche permette di produrre di più con un minor impiego di risorse, suolo in primis.

 

Giannantonio Armentano