La Commissione UE introduce l’obiettivo rurale, ma non basta

La Commissione europea ha compiuto un passo avanti nel negoziato sulla futura PAC 2028-2034, introducendo la nozione di «obiettivo rurale» nelle proposte di modifica al regolamento sul Fondo unico e sul Piano di partenariato nazionale e regionale (PPNR).
La novità è stata comunicata in una lettera della presidente Ursula von der Leyen ai vertici del Parlamento europeo e alla presidenza di turno danese del Consiglio dei ministri, dopo le critiche mosse dai gruppi politici di maggioranza.

Un nuovo vincolo di spesa per le aree rurali

Secondo la proposta, almeno il 10% delle risorse finanziarie non vincolate dovrà essere destinato a interventi nelle aree rurali. Per l’Italia, ciò significa poter contare su 3,5 miliardi di euro aggiuntivi per politiche territoriali, approccio Leader e sistema della conoscenza e innovazione (Akis).
Tuttavia, il budget complessivo resta inferiore del 12% rispetto all’attuale periodo 2021-2027, con una dotazione agricola di circa 34,5 miliardi di euro.

Un passo avanti, ma non basta

Nonostante l’inserimento dell’«obiettivo rurale», il settore primario continua a essere penalizzato dalle scelte strategiche dell’UE, che privilegiano nuove priorità come difesa, allargamento a nuovi Stati membri e rimborso del debito PNRR.

Il negoziato è appena iniziato

Il confronto con la Commissione europea sarà cruciale per ottenere ulteriori concessioni e garantire la tenuta del sistema agricolo. Le organizzazioni di settore chiedono di preservare il sostegno al reddito e di ridurre la burocrazia, mentre si discute anche di strumenti innovativi come i pagamenti di crisi e la flessibilità del bilancio europeo per affrontare emergenze e nuove sfide.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38-39/2025
La Commissione UE introduce l’obiettivo rurale, ma non basta
di E. Comegna
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